venerdì, novembre 27, 2009

Rubrica estero

L’arresto di Domenico Raccuglia, figura imortante di Cosa Nostra, segna un reale avanzamento nella lotta contro la mafia. Le spiegazioni di Jacques de Saint-Victor, professore all’università Paris VIII e autore di “Mafie: l’industria della paura” (Edizioni du Rocher, 2008).

Chi era questo “numero 2″ di Cosa Nostra?
Domenico Raccuglia ricopriva un ruolo strategico. Da circa tre anni, ha acquisito molta importanza incaricandosi del traffico legato agli appalti nel campo dei lavori pubblici, una delle attività principali di Cosa Nostra.Durante questo periodo, i ranghi della mafia siciliana sono stati indeboliti da numerosi arresti di figure capitali come Bernardo Provenzano [nell'aprile 2006], o Salvatore Lo Piccolo [nel novembre 2007]. Domenico Raccuglia ha finito per essere considerato dai magistrati antimafia come uno dei capi di Cosa Nostra. Anche se bisogna fare attenzione alle espressioni: non era veramente il “numero 2″ come affermano i media.

Sta insinuando che si tratti più di un annuncio ad effetto che di un reale colpo portato a questa organizzazione?
No, si tratta effettivamente un grande passo in avanti nella lotta antimafia. Domenico Raccuglia era importante. Ed è stato trovato in possesso di numerosi documenti che permetteranno agli inquirenti di approfondire la loro conoscenza della Piovra. Semplicemente, Cosa Nostra non è un’organizzazione monolitica: numerose famiglie la compongono. E non è più sufficentemente organizzata perché si possa definire precisamente un “numero 1″ o un “numero 2″ che condurrebbe le sue attività. Gli inquirenti arrivano persino a dubitare che la “Cupola” [il "parlamento" della mafia siciliana] esista ancora.D’altra parte, il fatto che Domenico Raccuglia non sia stato arrestato a Palermo, ma a Trapani, è istruttivo. La lotta d’influenza è sempre esistita tra queste due mafie, ma se lui si è nascosto a Trapani, vuol dire che lì si tramavano cose importanti. La disorganizzazione della mafia palermitana sposta il centro del potere… A tal punto che se bisognasse scegliere un padrino capace di federare le famiglie siciliane, sarebbe il grottesco Matteo Messina Denaro, soprannominato Diabolik, dal nome di un personaggio dei fumetti italiani.
Cosa nostra secondo lei è meno ben strutturata. Ma ha ancora lo stesso potere?
L’organizzazione resta molto inserita nel paesaggio economico e politico dell’isola e controlla il territorio. Sono state create alcune associazioni per contrastare il potere che le imprese subiscono, ma i commercianti sono sempre taglieggiati con metodo. La lotta continua…

In quale contesto politico si muovono i magistrati?
Al momento insistono sull’importanza delle intercettazioni telefoniche che hanno permesso di stanare Domenico Raccuglia… perché Silvio Berlusconi vuol fare approvare un progetto di legge per ridurle. Non si può dire che il contesto politico sia favorevole alla lotta antimafia in Italia, anche se le parole di alcuni uomini politici come Gianfranco (sic!) Fini si sono fatte recentemente più severe nei confronti dei mafiosi. Perciò quest’arresto è una buona notizia… e una buona sorpresa!

Fonte: italiadallestero

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