mercoledì, novembre 04, 2009

Il mitico Li Pera ci ri-ri-prova...

CATANIA - L'ex dirigente generale della polizia di Stato Bruno Contrada sarebbe stato vittima di un complotto che è sfociato nella sua condanna a 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa. È la tesi sostenuta dal suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera, che parla di "troppe strane coincidenze" in una memoria depositata nella segreteria della settima sezione penale della Cassazione che il 12 novembre prossimo dovranno decidere sul ricorso avverso alla decisione del Gip di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza, che nel marzo scorso ha archiviato l'esposto su "presunte condotte diffamatorie e calunniose tenute ai suoi danni al fine di screditarlo" e che, secondo l'ex funzionario del Sisde, sarebbero state tenute anche da "alcuni collaboratori di giustizia e alcuni appartenenti alle forze dell'ordine". Nella memoria il penalista cita anche "la gestione dei pentiti e la presunta trattativa mafia-Stato. Tutti temi che sono contenuti proprio nell'esposto denunzia del 2007 presentato da Contrada - scrive l'avvocato Lipera - ma che, per la Procura della Repubblica di Caltanisetta prima e per il Gip dopo, non meritano nessun tipo di accertamento, di approfondimento. L'elenco degli accusatori, rappresentanti delle forze dell'ordine, della magistratura, del mondo dei pentiti, risulta incredibilmente folto - ricorda il legale di Contrada - ma tutti, dicasi tutti, i soggetti indicati sono stati fatalmente scoperti: le loro affermazioni si sono rivelate assolutamente calunniose. E allora c'è da chiedersi soprattutto perchè questi stessi soggetti lo hanno accusato falsamente".
Fonte: La Sicilia

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