venerdì, settembre 11, 2009

Gela sempre "attiva"...

GELA (CALTANISSETTA) - Il racket delle estorsioni sta mettendo a ferro ed a fuoco il territorio di Gela. Negozi incendiati, spari contro vetrine e saracinesche, automobili bruciate, sono le intimidazioni consuete che vengono messe a segno dai "picciotti" delle famiglie mafiose. Ieri sera, nel quartiere "Settefarine" la polizia ne ha intercettati due: Rocco Faraci, di 22 anni, pregiudicato, e Alessandro Pellegrino, di 19 anni, incensurato, fratello di due esponenti di spicco di Cosa Nostra. Erano in sella a un ciclomotore con un fucile da caccia calibro 12, automatico, risultato rubato alla fine di agosto e si sospetta che stessero per compiere un attentato. Alla vista degli agenti, sono fuggiti, cercando di nascondersi in un garage dove avevano occultato anche due pistole calibro 9 e numerose cartucce. Sono stati arrestati per detenzione abusiva di armi, munizioni e ricettazione. Pellegrino è accusato anche di detenzione di un panetto di hashish. Sarebbe stato lui a sparare con una "scacciacani", un sabato sera, tra centinaia di giovani, per farsi strada tra la folla e mettersi in evidenza. Il fuggi fuggi generale causò un ferito lieve e l'intervento delle forze dell'ordine. Gli inquirenti hanno detto di essere rimasti colpiti dalla spavalderia di Alessandro Pellegrino, il quale avrebbe riferito: "In carcere sarò trattato da uomo di rispetto". Incensurato, ma già di notevole spessore criminale, il giovane è sospettato di essere uno dei due giovani che, il 10 agosto scorso, in via Venezia, incuranti della presenza di alcuni netturbini al lavoro, tennero sotto la minaccia di un fucile l'autista di autocompattatore mentre il complice sparava alla saracinesca di un bar. Quindi si diedero alla fuga.
COMMERCIANTI TERRORIZZATI. Molti commercianti, stanchi e terrorizzati dall'offensiva mafiosa hanno deciso di chiudere bottega, vendere tutto e andare via da Gela. C'è comunque chi vuole restare e lottare. Sono in aumento infatti le denunce contro la mafia del "pizzo" e gli arresti di boss ed "esattori". Per far fronte alla recrudescenza di attentati finalizzati all'estorsione, la Confcommercio di Gela ha chiesto al prefetto di Caltanissetta il potenziamento delle forze dell'ordine e l'invio dell'esercito con funzione di vigilanza antiracket. E intanto, anche la Chiesa continua a prendere posizioni forti. Don Luigi Petralia, parroco di Santa Lucia nel quartiere Scavone (il Bronx di Gela) dopo avere più volte condannato la mafia e i mafiosi, ha avuto parole dure verso i commercianti che non denunciano. "Chi paga il pizzo - ha detto - non è un buon cristiano".
CROCETTA: "FATTI INQUIETANTI". "Certo che è inquietante che due uomini in motoretta vadano in giro alle 21.30 con un fucile addosso - commenta il sindaco di Gela, Rosario Crocetta - Gli avvocati della difesa sicuramente diranno che non vi è alcuna prova che stessero preparando un attentato. Ma cosa fanno due persone col fucile in giro per la città ad un orario poi che non è quello più opportuno per sparare sulle saracinesche.Volevano attentare a qualcuno? Sono questi gli interrogativi che mi pongo. Ringrazio le forze dell'ordine rinnovando tutto il mio sostegno alle istituzioni ed alla società gelese per il tentativo di bloccare con forza, una barbarie che dev'essere ormai definitivamente distrutta".
11/09/2009
Fonte: La Sicilia

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