venerdì, settembre 18, 2009

Chi ha pagato i periti?

CALTANISSETTA - La Calcestruzzi spa, azienda del gruppo Italcementi, non avrebbe utilizzato calcestruzzo depotenziato per la costruzione di opere pubbliche in Sicilia che erano ritenute a rischio crollo. Il colpo di scena, come scrivono alcuni quotidiani locali, sarebbe emerso dai primi risultati del lavoro dei periti nominati dal gip nisseno Giovanbattista Tona nell'ambito dell'inchiesta bis della procura che riguarda sette indagati e la ditta Calcestruzzi Spa e la Italcementi, in qualità di persone giuridiche, accusati di frode in forniture. Tuttavia non è stata ancora depositata la perizia definitiva. Da quanto emerge dalla prima udienza, vi sarebbe una spaccatura fra i periti "strutturali" e quello "informatico". Nelle loro analisi vi sarebbero discordanze, e per questo motivo i pm hanno fatto notare al giudice, con una nota, che due dei tre periti non hanno dato risposte a tutti i quesiti strutturali. I magistrati ritengono pertanto che i dati rilevati dai due periti sarebbero parziali e non ricavati nei punti indicati dai pm, in particolare i carotaggi. Nella prima udienza dell'incidente probatorio, che si è svolta ieri mattina a Caltanissetta, i periti Giuseppe Mancini e Nunzio Scibilia (che hanno effettuato oltre 300 carotaggi sulle opere incriminate) hanno affermato che il materiale utilizzato per la costruzione di opere pubbliche come la piattaforma di emergenza dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta, il nuovo palazzo di Giustizia, la diga foranea di Gela e lo svincolo di Castelbuono sull'autostrada Palermo-Messina, sarebbe regolare. I periti hanno detto che ulteriori indagini di tipo tecnico sarebbero necessarie per altri lavori effettuati dalla Calcestruzzi perché il calcestruzzo sarebbe stato fornito anche da altre ditte. La procura, davanti al giudice, ha insistito sul fatto che dalle indagini sarebbe emerso che il sistema gestionale computerizzato della Calcestruzzi spa ("sistema progress") che ha sede a Bergamo, sarebbe stato predisposto per consentire la modifica dei dati di produzione a livello nazionale. L'ipotesi degli inquirenti è che le forniture potrebbero essere state manipolate in modo da utilizzare meno cemento e vendere quello così risparmiato per realizzare fondi neri e pagare le tangenti alla mafia. Questo dato sarebbe stato confortato dall'analisi del perito informatico che avrebbe evidenziato la modifica di migliaia di "ricette" per il calcestruzzo utilizzato per le opere pubbliche. Le inchieste della Procura nissena sui sistemi di costruzione di opere pubbliche in Sicilia, che secondo l'ipotesi accusatoria sarebbero state realizzate con calcestruzzo depotenziato cioè con meno cemento di quello stabilito dalle normative, cominciarono nel 2005 con arresti e indagati accusati di frode in pubbliche forniture e intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di avere agevolato la mafia, attentato alla sicurezza dei trasporti e sequestri di opere pubbliche come il nuovo l'ospedale nisseno. Durante l'incidente probatorio, che si svolge davanti al gip Giovanbattista Tona e che continuerà il prossimo 10 ottobre, è emerso pure che la Calcestruzzi spa, il giorno dopo il sequestro delle opere pubbliche oggetto dell'inchiesta della procura di Caltanissetta, avrebbe modificato i dati di produzione di oltre 2.500 forniture fatte tra Riesi, Gela e Castelbuono. L'incidente probatorio riguarda il procedimento penale, giunto nella fase del dibattimento presso il tribunale di Caltanissetta, in cui sono imputati Mario Colombini, già Amministratore Delegato di Calcestruzzi, Fausto Volante, già Direttore della Zona Campania-Sicilia ed altri due impiegati della Società. Per gli stessi fatti inoltre è indagata la società Calcestruzzi nell'ambito della disciplina della responsabilità degli enti. I capi di imputazione per Colombini e Volante sono intestazione fittizia di beni, con l'aggravante di aver agevolato organizzazioni mafiose, truffa ai danni dello stato e frode nelle pubbliche forniture, con riferimento alle forniture di calcestruzzo cosidetto "depotenziato", attentato alla sicurezza dei trasporti, concorrenza illecita con minaccia o violenza, avvalendosi del "metodo mafioso", per ottenere forniture a favore di imprese aggiudicatrici di appalti pubblici e privati ed eliminare la concorrenza. In fase di rinvio a giudizio è stata esclusa l'imputazione di associazione mafiosa a carico di dirigenti della Calcestruzzi. Italcementi e il suo Consigliere Delegato non sono parte del procedimento penale che vede imputati Colombini e Volante, anche se i risultati dell'incidente probatorio hanno una rilevanza allargata a qualunque accusa dovesse essere mossa sui temi oggetto dell'incidente.
17/09/2009

Fonte: La Sicilia

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