Il neo collaboratore di giustizia Spatuzza ha riferito degli intrecci che i suoi ex capimafia, Giuseppe e Filippo Graviano, avevano fra il 1992 e il 1995 con i politici e gli imprenditori del Nord.
I Graviano vennero arrestati da latitanti nel capoluogo lombardo. E le indagini misero in evidenza i contatti che avrebbero avuto a Milano anche con Marcello Dell'Utri, il senatore del Pdl, amico del premier Silvio Berlusconi, condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e per il quale è in corso il processo d'appello a Palermo. A fine mese il pg inizierà la sua requisitoria.
Spatuzza è stato interrogato a lungo nei mesi scorsi dal pm di Firenze Nicolosi e dal procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, nell'ambito della nuova inchiesta sulle stragi del 1993, che riguarda molti punti rimasti ancora oscuri nonostante le sentenze di condanna definitiva di mandanti ed esecutori. A Milano è stato aperto uno stralcio, di cui è titolare, appunto, il pm Boccassini, sulla strage di via Palestro che causò cinque morti il 27 luglio '93. Per l'eccidio sono stati condannati definitivamente all'ergastolo i fratelli Giovanni e Tommaso Formoso, ritenuti coordinatore e basista. Dalle indagini era emerso che sarebbe stato proprio Giuseppe Graviano a chiedere ai Formoso di collaborare alla strage.
Le rivelazioni di Spatuzza potrebbero riaprire vecchie inchieste archiviate dai giudici in Sicilia. A Palermo, nel 1996, la procura chiese ed ottenne l'archiviazione per riciclaggio nei confronti di Berlusconi e Dell'Utri, indagati con l'aggravante di avere avvantaggiato la mafia. Pochi anni dopo a Caltanissetta il procuratore Gianni Tinebra chiedeva ed otteneva l'archiviazione, sempre per Berlusconi e Dell'Utri, dall'accusa di strage, nell'ambito dell'uccisione di Falcone e Borsellino. Adesso le dichiarazioni di Spatuzza hanno dato nuovo impulso alle indagini riaprendo e rivedendo vecchi filoni d'inchiesta.
Infine, pochi mesi fa, i pm di Palermo hanno ritrovato fra le carte che erano state sequestrate a Massimo Ciancimino, una lettera indirizzata al premier in cui - secondo gli inquirenti - i corleonesi chiedevano nel 1994 "all'onorevole Berlusconi" di mettere a disposizione di Cosa nostra una sua rete televisiva, minacciando di morte il figlio se non avesse accolto la richiesta.
08/09/2009
Fonte: La Sicilia
1 commento:
Secondo me BERLUSCA NON E' PROPRIO UN MAFIOSO E' UNO CHE SI E' SERVITO DELLA MAFIA CON CLIENTELISMO AVENDO EVIDENTEMENTE DELLE AMICIZIE PENSO PROPRIO CHE ABBIA FATTO IL DOPPIO GIOCO,MA VOI CREDETE VERAMENTE A UN PEZZO DI MERDA COME SPATUZZA CHE HA AMMAZZATO 40 PERSONE PARLA PER SENTITO DIRE PER FAR CREDERE CHE POSSA DARE AIUTO ALLA MAGISTRATURA PERO' PARLA ADESSO IL FURBASTRO DOPO CHE E' STATO CONDANNATO ALL'ERGASTOLO,MICA PARLO PRIMA.
Posta un commento