LONDRA - Silvio Berlusconi sarebbe entrato in politica dopo le minacce subite da Cosa nostra con la richiesta di mettere a disposizione della mafia una della sue reti televisive. È quanto scrive oggi il quotidiano britannico Independent citando il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia che ha detto al giornale: "Non solo credo che sia possibile che Berlusconi sia entrato in politica per questa ragione, credo sia probabile". Il quotidiano britannico solleva l'ipotesi con riferimento alla lettera sequestrata fra le carte personali di Vito Ciancimino in cui compare Berlusconi e che la procura distrettuale antimafia di Palermo ha trasmesso ai giudici della Corte d'appello davanti ai quali si svolge il processo a Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco di Palermo, accusato di riciclaggio. "La mossa (dell'ingresso in politica di Berlusconi) - scrive il giornale - è spesso attribuita ai timori che politici di sinistra potessero nazionalizzare il suo impero televisivo. Ma le nuove rivelazioni delle minacce della Mafia fanno emergere altre ragioni: la protezione e la sicurezza offerte a chi ricopre alte cariche". Nell'articolo dell'Independent si legge che, alla domanda sulle motivazioni dietro l'interesse di Cosa nostra per un canale televisivo, Ingroia ha affermato: "Credo che volessero un canale che screditasse i magistrati e le loro indagini". Secondo gli inquirenti, che hanno effettuato diversi interrogatori, il messaggio che i mafiosi avrebbero fatto arrivare a Silvio Berlusconi potrebbe risalire all'indomani della sua discesa in politica. Dal foglio di carta, depositato agli atti della Corte d'appello si legge:"...posizione politica intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perchè questo triste evento non ne abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione una delle sue reti televisive". Il testo è parziale, perchè la lettera è strappata nella parte iniziale. Gli accertamenti ordinati dai pm Antonio Ingroia e Nino Di Matteo hanno portato a stabilire che il messaggio è stato scritto nei primi anni Novanta. E poi il fatto che Berlusconi è indicato come "onorevole", porta a considerare che si parte dal 1994 in poi. L'inchiesta riservatissima punta non solo ad accertare l'autore del messaggio a Silvio Berlusconi, che sarebbe da ricercare fra i "corleonesi", ma anche il "contributo" politico che nella lettera sostengono di poter dare. Il canale che i boss avrebbero scelto per far giungere il messaggio a destinazione, secondo indiscrezioni giudiziarie, sarebbe stato quello di Vito Ciancimino. E su questi retroscena è stato sentito dai pm il figlio dell'ex sindaco, Massimo Ciancimino, il cui verbale è stato secretato. I magistrati hanno acquisito, inoltre, anche una parte del rapporto del Ros dei carabinieri del 1996, in cui il mafioso-confidente Luigi Ilardo aveva detto al colonnello Michele Riccio che i boss palermitani, durante una riunione a Caltanissetta, avevano dato disposizioni "di votare Forza Italia" e inoltre, "avevano fatto chiaramente comprendere che i vertici palermitani avevano stabilito un contatto con un esponente insospettabile di alto livello appartenente all'entourage di Berlusconi". Sono stati acquisiti anche i verbali dei carabinieri dei Ros di Palermo del 2004 in cui si descrivono diversi incontri nell'abitazione palermitana di Massimo Ciancimino con l'allora coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, ed il suo collaboratore Pippo Fallica.
06/07/2009
Fonte: La Sicilia
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