CATANIA - La Guardia di finanza di Catania ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un'organizzazione accusata di gestire, anche attraverso pusher minorenni, un vasto traffico di sostanze stupefacenti, fatturando diverse migliaia di euro al giorno. Complessivamente sono sei le persone destinatarie del provvedimento restrittivo, e altrettante sono indagate in stato di libertà. Tra le persone coinvolte nell'inchiesta ci sono anche i
fratelli Agatino e Antonino Arena, due figli del boss Giovanni, un latitante della cosca mafiosa Sciuto-Tigna il cui nome compare nella lista dei 30 ricercati più pericolosi d'Italia. Ad Agatino Arena il provvedimento è stato notificato in carcere, dove è rinchiuso per detenzioni di armi, mentre suo fratello Antonino allo stato è irreperibile. Le indagini delle Fiamme gialle, avviate nel 2005 con l'arresto di un altro dei
fratelli Arena, Massimiliano, avrebbero fatto luce su un vasto spaccio di marijuana che aveva il 'cuore' dell'azione nel popoloso rione Librino.In manette quindi, oltre ad Agatino Arena, di 30 anni, sono finiti Fabio Furci, di 38, Fabio Pappalardo, di 29, Alberto Ivan Privitera, di 23 e Giovanni Sciacca, di 28. Una delle sei persone denunciate, accusata di aver spacciato droga mentre era agli arresti domiciliari, è stata anche denunciata per evasione. Secondo gli investigatori la famiglia Arena avrebbe avuto un ruolo di leader nell'attività di spaccio di marijuana utilizzando come base logistica, per l'occultamento e il confezionamento delle dosi, il cosidetto 'palazzo di cemento', nel quartiere di Librino.
13/03/2009
Fonte: La Sicilia
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