mercoledì, settembre 24, 2008

Le mani sul calcio

PALERMO - Due persone sono state arrestate a Palermo da militari del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda del capoluogo siciliano. Si tratterebbe, secondo le prime informazioni, di due personaggi vicini al clan Lo Piccolo. I fermati sarebbero l'avvocato penalista Marcello Trapani e il procuratore di calcio Giovanni Pecoraro, che ha anche lavorato per la società del Palermo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione. L'avvocato Marcello Trapani era stato nominato difensore di fiducia dai boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Il penalista, che è anche procuratore sportivo per conto di molti giovani calciatori del Palermo, avrebbe fatto da tramite con i capimafia e alcuni imprenditori che avevano interesse a contattare i Lo Piccolo. A Marcello Trapani viene anche contestato di avere acquistato un giubbotto antiproiettile per conto dei Lo Piccolo, durante la loro latitanza. Il penalista, secondo quanto emerge dall'inchiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, avrebbe anche fatto avere ai boss materiale giudiziario che riguardava inchieste sulle cosche mafiose. Le intercettazioni, non solo ambientali ma anche video, effettuate nello studio del penalista hanno fatto emergere che Trapani quando incontrava Calogero Lo Piccolo, figlio del capomafia non parlava, ma i due si scambiavano "pizzini" in modo da tentare di evitare le intercettazioni. I foglietti sono stati poi recuperati dagli investigatori tra i rifiuti in cui venivano buttati. Trapani è stato trasferito nel carcere di Rebibbia a Roma dove sarà interrogato venerdì dal gip, Silvana Saguto. L'avvocato è anche procuratore sportivo e fra i suoi clienti vi sono giocatori che militano in serie A e piccole promesse che giocano nelle giovanili. Giovanni Pecoraro, l'altro procuratore sportivo arrestato stamani, sarà interrogato dal gip giovedì. Intimidazioni al Palermo. Ai dirigenti del Palermo Calcio sono state commissionate in passato delle minacce dagli uomini dei boss mafiosi Sandro e Salvatore Lo Piccolo. Il collaboratore Andrea Bonaccorso ha confessato di essere stato l'autore dell'intimidazione rivolta all'ex direttore sportivo del Palermo Rino Foschi, al quale tre anni fa venne recapitata un testa d'agnello mozzata. Secondo il pentito il gesto venne compiuto su mandato dei boss Lo Piccolo, che volevano partecipare alla spartizione di alcuni appalti commissionati dal presidente Maurizio Zamparini e che riguardavano affari personali e non del Palermo Calcio. Gli inquirenti sottolineano nel provvedimento che ha portato all'arresto dei due professionisti che Zamparini non si è mai piegato alle intimidazioni ed ha, anzi, allontanato alcune persone dalla società sportiva in modo da evitare qualsiasi interferenza da parte dei mafiosi.
24/09/2008
Fonte: La Sicilia

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