lunedì, settembre 15, 2008

Concerto al lido sequestrato alla mafia

CATANIA - L'orchestra 'Vincenzo Bellini' di Catania terrà, per la prima volta nella sua storia, un concerto sinfonico in una struttura confiscata alla mafia. Domani sera, infatti, il gruppo ottoni e percussioni del teatro massimo eneo si esibirà nel lido dei Ciclopi di Acitrezza, frazione marinara di Aci Castello, storico ritrovo della Catania-bene, prima sequestrato e poi confiscato alla mafia e ormai da un decennio gestito per conto dello Stato dalla società Gli Ulivi. L'iniziativa è stata voluta dal prefetto di Catania, Giovanni Finazzo, che ha "ringraziato il 'Bellini' per aver accolto l'invito". "Portare la musica, l'arte, in un luogo come il Lido dei Ciclopi - ha aggiunto - è un bel modo per convertire in un bene sociale un bene che è stato tolto alla mafia". Per il sovrintendente del Bellini, Antonio Fiumefreddo "è un modo concreto per ribadire l'impegno civile del teatro in favore dell'affermazione della cultura della legalità". Fiumefreddo ha anche avanzato al prefetto la richiesta per il Teatro di avere assegnato un bene confiscato alla mafia. Il prefetto Finazzo ha aderito, ritenendola in linea con la funzione sociale dei beni acquisiti dallo Stato. "Questo concerto ha per noi un valore simbolico enorme - ha affermato l'amministratore finanziario de Gli Ulivi, Giuffrida -: fare cultura, fare arte, in un luogo che prima era in mano alla mafia e che oggi invece rappresenta la vittoria dello Stato, è per noi un grande evento. I beni confiscati alla mafia non sono derelitti ma assolvono ad una funzione sociale importantissima". Il concerto del Bellini arriva al termine di una serie di iniziative che si sono tenute in questi mesi nel lido dei Ciclopi proprio per affermare il principio della legalità: concerti, mostre, un premio (Ninfa Galatea), recital. Domani sera, il Gruppo Ottoni e Percussioni del Bellini eseguirà un programma di musiche che spazia da Aram Kaciaturian a David Short, da George Gershwin a Ennio Morricone, da Henry Mancini a Nino Rota a Nicola Piovani.
15/09/2008
Fonte: La Sicilia

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