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Franzese, che era uomo di fiducia dei boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo, racconta i contatti fra i mafiosi palermitani e quelli catanesi. "Il Centro Olimpo (a Palermo ndr) è un grande centro commerciale che io conosco bene perchè sorge nella mia zona, e cioè a Partanna. Al riguardo devo dire che detto centro non figurava 'nelle entrate della zona' in mio possesso, l'altra copia era in possesso dei Lo Piccolo, i quali avevano la carta delle entrate che arrivavano a loro direttamente".
Il pentito spiega il motivo per il quale il centro commerciale non pagava il pizzo. "Decisi di far fare la telefonata per fare 'mettere a posto' l'impresa - racconta Franzese - ma l'interlocutore che noi avevamo individuato in Vincenzo Milazzo e Alfonso Milazzo, padre e figlio, come i veri responsabili del Centro commerciale, si mostrarono molto sicuri, ma niente affatto disposti a pagare".
"Pochi giorni dopo venni chiamato da Sandro Lo Piccolo, il quale mi disse che per il Centro Olimpo non dovevo fare nulla in quanto la cosa la gestiva lui con i catanesi e questi ultimi si erano lamentati per il fatto che era stata fatta la telefonata ed i Milazzo temevano di essere stati intercettati".
Franzese racconta poi nei dettagli quelli che erano gli interessi dei boss Lo Piccolo e Provenzano nei confronti della catena di supermercati: "I Lo Piccolo mi dissero che i centri Despar non dovevano essere toccati in quanto interessavano alla famiglia, mentre cosa diversa era per i singoli negozi affiliati che molte volte erano solo piccole attività con insegne Despar".
"I Despar - aggiunge - interessavano direttamente anche a Matteo Messina Denaro". Quest'ultimo particolare emerge anche dall'inchiesta che nei mesi scorsi ha portato all'arresto dell'imprenditore Salvatore Grigoli che gestisce gran parte dei Centri Despar in Sicilia ed è accusato di essere un prestanome di Messina Denaro.
"I Lo Piccolo - spiega il pentito - si rivolgevano ai catanesi perchè facessero avere lavoro a nostri affiliati tramite i Milazzo nei centri commerciali Despar di Palermo. Mi risulta che anche Provenzano aveva interessi diretti nella gestione dei grandi supermercati Despar, e cioè che i centri commerciali a insegna Despar non si dovevano toccare, mentre gli affiliati, in genere piccoli negozi, potevano essere oggetto di estorsioni".
12/06/2008
Fonte: La Sicilia
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