giovedì, aprile 24, 2008

Consigliere, imprenditore e mafioso...

REALMONTE (AGRIGENTO) - Stanco delle continue richieste di pagamento del "pizzo", un imprenditore di Agrigento ha denunciato l'uomo che lo costringeva a piegarsi al racket, che è stato arrestato. In cella è finito Francesco Gucciardo, 31 anni, imprenditore di Realmonte (Agrigento), ex consigliere comunale del suo paese. L'indagine è stata condotta dagli agenti della Squadra mobile di Agrigento. I pm della Direzione distrettuale antimafia hanno chiesto ed ottenuto due ordini di custodia cautelare da parte del gip del tribunale di Palermo. Oltre a Gucciardo il giudice ha ordinato l'arresto di Vincenzo Iacono, 31 anni, manovale di Siculiana (Agrigento). Entrambi sono ritenuti responsabili di associazione mafiosa armata, in quanto in concorso tra loro e insieme ad altri soggetti già arrestati nei mesi scorsi nell'operazione denominata "Marna", sono pure accusati di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Porto Empedocle gestendo la latitanza del boss Gerlandino Messina. I due arrestati avrebbero fatto parte anche della scorta armata che proteggeva gli spostamenti sul territorio del latitante. L'ex consigliere comunale Francesco Gucciardo era già finito in cella il 29 ottobre dello scorso anno perchè accusato di mafia, ma era stato scarcerato poco tempo dopo dai giudici del Tribunale del Riesame per mancanza di indizi. Le indagini effettuate nei mesi scorsi dalla polizia di Stato e la collaborazione di un imprenditore locale, hanno permesso di raccogliere ulteriori elementi a carico di Gucciardo, tanto da dimostrare, per gli inquirenti, il suo coinvolgimento in Cosa nostra. Secondo l'accusa l'ex consigliere comunale avrebbe riscosso personalmente il "pizzo" (circa 15 mila euro), per circa quattro anni, da una ditta, il cui titolare, stanco delle continue richieste e spinto dall'esempio di altri imprenditori agrigentini che hanno denunciato le richieste di estorsione, ha deciso di collaborare con la polizia.Il coraggio di questo imprenditore si aggiunge a quello di altri cinque suoi colleghi che poche settimane fa hanno deposto durante un incidente probatorio che si è svolto davanti al gup del tribunale di Palermo, nel processo scaturito in seguito agli arresti dell'operazione denominata "Marna" in cui le vittime del pizzo hanno denunciato i propri estorsori.
23/04/2008
Fonte: La Sicilia

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