Quello di Conflenti, dove il 23 settembre dell'anno scorso ci fu lo scavo per riportare alla luce il cadavere che si supponeva fosse di De Mauro, è un cimitero con tanti morti senza nome, teschi sepolti che non si sa di chi sono, bare con resti di persone mai identificate.
L'ipotesi che potesse esserci anche il cadavere di Mauro De Mauro si basa sulla rivelazioni di un collaboratore di giustizia, Massimo De Stefano, un tempo affiliato alla cosca Torcasio. È stato lui a riferire che De Mauro fu sepolto nel 1971 nel cimitero di Conflenti dopo che Cosa nostra aveva chiesto alla 'ndrangheta un aiuto per fare sparire il cadavere del giornalista.
Il collaboratore ha anche riferito del piano che sarebbe stato organizzato per fare credere che un affiliato alla 'ndrangheta, Salvatore Belvedere, fosse morto e fosse stato sepolto proprio nel cimitero di Conflenti. Belvedere, esponente di spicco della 'ndrangheta, era evaso nel 1970 dal carcere di Lamezia Terme insieme ad altri tre pregiudicati, tra cui Pino Scriva, poi diventato collaboratore di giustizia.
Il suo scopo era quello di spacciarsi per morto per potersi poi allontanare dalla Calabria e rifugiarsi in Corsica, dove si sarebbe rifatto una nuova vita. Ed al suo posto, nel cimitero di Conflenti, sempre secondo il racconto del pentito, sarebbe stato sepolto proprio Mauro De Mauro. Anche un libro, scritto dal giornalista di Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati, aveva raccontato tutti i misteri attorno alla scomparsa di De Mauro e al luogo della sepoltura del cadavere.
Gli accertamenti compiuti dal perito, il prof. Giulio Di Mizio, dell'Istituto di Medicina legale dell'Università di Catanzaro, avevano portato ad escludere, il 30 gennaio scorso, che il cadavere fosse di Belvedere. Dopo questo risultato, gli esami hanno avuto un ulteriore impulso e l'11 febbraio scorso un campione di materiale biologico è stato prelevato a Franca De Mauro, figlia del giornalista scomparso, allo scopo di effettuare il confronto col Dna dei resti riesumati.
Resta adesso da stabilire di chi sia il cadavere sepolto nel cimitero. Una risposta difficile da trovare, dal momento il perito dovrebbe comprare il Dna del cadavere con quello di tutti gli scomparsi agli inizi degli anni '70.
L'ipotesi che potesse esserci anche il cadavere di Mauro De Mauro si basa sulla rivelazioni di un collaboratore di giustizia, Massimo De Stefano, un tempo affiliato alla cosca Torcasio. È stato lui a riferire che De Mauro fu sepolto nel 1971 nel cimitero di Conflenti dopo che Cosa nostra aveva chiesto alla 'ndrangheta un aiuto per fare sparire il cadavere del giornalista.
Il collaboratore ha anche riferito del piano che sarebbe stato organizzato per fare credere che un affiliato alla 'ndrangheta, Salvatore Belvedere, fosse morto e fosse stato sepolto proprio nel cimitero di Conflenti. Belvedere, esponente di spicco della 'ndrangheta, era evaso nel 1970 dal carcere di Lamezia Terme insieme ad altri tre pregiudicati, tra cui Pino Scriva, poi diventato collaboratore di giustizia.
Il suo scopo era quello di spacciarsi per morto per potersi poi allontanare dalla Calabria e rifugiarsi in Corsica, dove si sarebbe rifatto una nuova vita. Ed al suo posto, nel cimitero di Conflenti, sempre secondo il racconto del pentito, sarebbe stato sepolto proprio Mauro De Mauro. Anche un libro, scritto dal giornalista di Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati, aveva raccontato tutti i misteri attorno alla scomparsa di De Mauro e al luogo della sepoltura del cadavere.
Gli accertamenti compiuti dal perito, il prof. Giulio Di Mizio, dell'Istituto di Medicina legale dell'Università di Catanzaro, avevano portato ad escludere, il 30 gennaio scorso, che il cadavere fosse di Belvedere. Dopo questo risultato, gli esami hanno avuto un ulteriore impulso e l'11 febbraio scorso un campione di materiale biologico è stato prelevato a Franca De Mauro, figlia del giornalista scomparso, allo scopo di effettuare il confronto col Dna dei resti riesumati.
Resta adesso da stabilire di chi sia il cadavere sepolto nel cimitero. Una risposta difficile da trovare, dal momento il perito dovrebbe comprare il Dna del cadavere con quello di tutti gli scomparsi agli inizi degli anni '70.
12/03/2008
Fonte: La Sicilia
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