PALERMO - Il presidente della Regione siciliana,
Salvatore Cuffaro(figlio di puttana) è stato dichiarato colpevole (e bastardo) e condannato a 5 anni di reclusione per favoreggiamento semplice e rivelazione di segreto d'ufficio. E' caduta dunque l'aggravante del favoreggiamento a Cosa nostra. L'imprenditore
Michele Aiello, indicato come il "re Mida" della sanità siciliana e personaggio chiave del processo, è stato condannato a 14 anni di reclusione."Non ho mai favorito la mafia. Quello che farò lo sapete già: domani alle 8 sarò al mio tavolo di lavoro", ha detto il presidente della Regione commentando la sentenza del processo sulle talpe Dda. "Voglio ringraziare e abbracciare mia moglie, i miei figli, i miei genitori e i siciliani che mi hanno sostenuto in questi momenti difficili. Vorrei ringraziare anche i miei avvocati", ha aggiunto il governatore, assediato dai giornalisti all'uscita dall'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo."Ho sempre sperato che la verità di cui ero moralmente certo venisse riconosciuta anche in sede giudiziaria - ha proseguito -. La sentenza di oggi conferma che non ho mai commesso atti tesi a favorire la mafia, vero e proprio cancro della Sicilia, che ho sempre combattuto con tutte le mie forze. Proprio per questo, come già detto in passato, ritengo, comunque, giusto, importante e doveroso continuare a svolgere il compito al quale sono stato chiamato dai siciliani"."Tuttavia non posso nascondere lo stato di disagio nel quale mi trovo di fronte a una sentenza di primo grado che mi vede, comunque, condannato. Per il rispetto che ho sempre manifestato nei confronti delle istituzioni non intendo commentare la sentenza ma preannuncio fin da ora un ricorso affinché venga riconosciuta la mia completa innocenza di cui mantengo l'intima certezza".Cuffaro è stato condannato all'interdizione "in perpetuo" dai pubblici uffici e all'interdizione legale "durante l'espiazione della pena". L'interdizione, tuttavia, non è esecutiva. Il presidente ha infatti annunciato che ricorrerà in appello. "Visti gli articoli 28, 29, 31 e 32 del codice penale il tribunale dichiara
Michele Aiello, Giorgio Riolo e Salvatore Cuffaro interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l'espiazione della pena": queste le parole pronunciate in aula dal presidente Vittorio Alcamo durante la lettura del dispositivo. Alcamo, visibilmente emozionato, ha dovuto a un certo punto interrompersi per far cessare il brusio del pubblico presente in aula. "Per favore - ha detto Alcamo -, dobbiamo fare silenzio. Per cortesia, per rispetto di tutte le parti processuali e del tribunale gradirei il massimo silenzio". Poi ha continuato la lettura della sentenza.Cuffaro, contrariamente a quanto aveva anticipato, si è presentato nell'aula, seguito dalla scorta, per assistere alla lettura della sentenza. Prima del verdetto ha stretto la mano ai due pubblici ministeri
Maurizio De Lucia e Michele Prestipino e al procuratore aggiunto
Giuseppe Pignatone, che hanno lasciato l'aula senza rilasciare alcun commento.
18/01/2008
Fonte: La Sicilia
1 commento:
……continua…….Sig. Cuffaro e’ stato testimone di nozze (insieme al dimissionario Mastella) di un tal Sig. Campanella associato alle patrie galere per associazione mafiosa, a parte tutto questo c’e’ anche da registrare le dichiarazioni vittoriose dello stesso Cuffaro. Il governatore siculo, infatti sorvolando con noncuranza sul fatto che un tribunale gli abbia affibbiato 5 anni, sorvolando anche sul fatto che lo stesso tribunale ha deciso di INTERDIRLO, si limita ad innescare una polemica con il procuratore antimafia Grasso, registrando , per la prima volta, la condanna come vittoria processuale, e dichiara che non pensa minimamente alle dimissioni.
Ma dico siamo impazziti? Qualunque persona onesta, intelligente, retta, virtuosa, si sarebbe limitata a prendere atto e a lasciare la poltrona, lui no, lui accetta con stoicismo una condanna e torna al lavoro nella poltrona politica più rilevante dell’isola.
Ancor più stupefacenti le motivazioni, Cuffaro ha vinto perchè non e’ mafioso (anche se su questo…), non ha di certo perso credibilità con una condanna a 60 mesi di reclusione, no lui ha vinto.
Mi ricorda un po quelle squadre di brocchi che perdono 9 a 0 ……..CONTINUA……..
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