venerdì, gennaio 11, 2008

Ci siamo...

PALERMO - Potrebbe essere emessa il 17 o il 18 gennaio, nell'aula bunker di Pagliarelli, la sentenza del processo per le Talpe alla Procura di Palermo, che vede tra gli imputati il presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, accusato di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto d'ufficio. Intanto stamane, davanti ai giudici della terza sezione del tribunale di Palermo, si è tenuta l'arringa dell'avvocato Nino Mormino, uno dei legali del governatore. Il difensore dovrebbe concludere il 16 gennaio, giorno in cui i giudici dovrebbero ritirarsi in camera di consiglio per il verdetto finale. La Procura per Cuffaro ha chiesto otto anni.

"Non c'è mai stato alcun rapporto" tra il presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro e il boss mafioso Giuseppe Guttadauro. Ha detto l'avvocato Antonino Mormino nella sua arringa difensiva davanti ai giudici della terza sezione penale del Tribunale di Palermo. Secondo l'accusa Cuffaro, attraverso l'ex assessore comunale Domenico Miceli, avrebbe intrattenuto rapporti con il boss di Brancaccio. “Non è mai emerso in nessuna occasione un collegamento tra Guttadauro e Cuffaro - ha continuato - Cuffaro ha visto la moglie di Guttadauro solo due volte”. E ha ricordato la vicenda della candidatura dell'avvocato Salvatore Priola, che sarebbe stata 'sponsorizzata'' da Guttadauro.

“Quando viene prospettata a Cuffaro la candidatura di Priola -ha detto Mormino- Cuffaro tronca subito il discorso, dicendo 'non ne voglio sentire parlare', così la candidatura di Priola non passa”. E ha aggiunto: “la volontà di Cuffaro di favorire Guttadauro è assolutamente improponibile e non configurabile”. Durante la sua arringa difensiva, l'avvocato Antonino Mormino ha ribadito con forza che “è escluso che la fonte di informazione di Cuffaro sia stata Antonio Borzacchelli, non è provato”. Secondo l'accusa, invece, sarebbe stato l'ex maresciallo dei carabinieri ed ex deputato regionale Antonio Borzacchelli a riferire a Cuffaro su notizie di indagini segrete.

“L'ipotesi dell'accusa -ha detto Mormino- è che l'informatore di Cuffaro possa essere stato Borzacchelli, un'ipotesi tutta da verificare. Riguarda una fonte che viene qualificata come un pubblico ufficiale non più operativo”. Per la difesa del governatore siciliano, oggi assente in Aula, “Cuffaro si è servito di Borzacchelli per intervenire nelle precauzioni e verificare la possibilità di essere intercettato. Dov'è la prova della funzione permanente di Borzacchelli quale informatore di notizie riservate?

I rapporti tra Borzacchelli e Cuffaro sono di natura politica”. E citando il pentito Francesco Campanella, secondo cui Cuffaro si teneva buono Borzacchelli perchè lo informasse delle indagini a suo caricò, l'avvocato Mormino ha ribadito che “i rapporti tra Cuffaro e Borzacchelli risalivano a molto tempo prima”. E poi ha sottolineato: “i traditori non stanno nella politica in questo caso, ma si annidano nelle istituzioni”.

Ha anche ribadito con forza che Cuffaro abbia riferito notizie riservate a Domenico Miceli. “L'unicità della fonte -ha detto- rimane Salvatore Aragona”, cioè il medico che ha collaborato con i magistrati e che ha riferito delle presunte rivelazioni di indagini da parte di Cuffaro”. Poi, parlando dell'episodio del giugno 2001 quando, secondo i pm Cuffaro avrebbe appreso della presenza di microspie a casa del boss Guttadauro, Mormino ha detto: “non c'è alcuna conferma che Cuffaro già nel giugno 2001 fosse a conoscenza delle microspie a casa di Guttadauro”.
09/01/2008

Fonte: La Sicilia

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