PALERMO - A 28 anni dall'uccisione del presidente della Regione, Piersanti Mattarella (Dc), avvenuta il 6 gennaio del 1980, questa mattina sono state deposte corone di fiori sul luogo dell'omicidio, in via Libertà, a Palermo.
Mattarella che era stato eletto due anni prima, nel '78, era appena salito sulla sua Fiat 132 con la moglie Irma Chiazzese quando venne avvicinato da sicari della mafia che spararono una serie di colpi. Morì mezz'ora dopo in ospedale. Figlio di Bernardo, uomo politico della Democrazia cristiana, e fratello di Sergio, Piersanti Mattarella, alla fine degli anni '70, stava per dare una svolta alla politica regionale, dicendo di voler recidere i legami con la mafia e guardando alla sinistra ed al Pci.
Alla commemorazione sono intervenuti Sergio Mattarella, l'assessore regionale ai Lavori pubblici, Agata Consoli e l'assessore comunale ai Rapporti con il Governo ed il Parlamento, Carlo Vizzini. "Mattarella è stato un eroe - ha detto Consoli - che intendeva cambiare la politica del Governo della Regione, ma non vi è riuscito ed è stato ucciso".
"Esiste ancora oggi - ha sottolineato Vizzini - una mafia degli affari, che cerca di penetrare la politica. Ricordare Piersanti Mattarella ha un senso se la politica di oggi ha il coraggio di guardarsi dentro e fare pulizia, senza sconti, dei mediatori di mafia che ancora allignano all'interno dei partiti".
06/01/2008
Fonte: La Sicilia
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