venerdì, dicembre 21, 2007

Preso Grigoli...

CASTELVETRANO (TRAPANI) - È considerato il re dei supermercati in Sicilia, ma anche uno dei più facoltosi imprenditori dell'isola che però sarebbe stato "nelle mani" del boss latitante Matteo Messina Denaro. Così Giuseppe Grigoli, 58 anni, di Castelvetrano (Trapani), è stato arrestato stamani per concorso esterno in associazione mafiosa.
La grande distribuzione alimentare che ha realizzato in Sicilia sarebbe stata per la mafia una forma di finanziamento per le casse di Cosa nostra, ma anche un modo con il quale i boss locali in cui venivano aperti i supermercati potevano anche offrire lavoro a persone loro vicine. In questo modo la mafia ha continuato a sostituirsi alla sana imprenditoria, conquistandosi il favore della gente.
A svelare i meccanismi economici-criminali che starebbero dietro la gestione del marchio Despar da parte di Grigoli nelle province di Agrigento, Trapani e Palermo, sono stati i pizzini trovati nel covo di Bernardo Provenzano il giorno del suo arresto. Si tratta di lunghe lettere che gli erano state inviate da Messina Denaro in cui spiegava che dietro la società di Grigoli c'era lui. I
l boss trapanese chiariva al padrino corleonese il modo con il quale la mafia guadagnava grosse somme di denaro. Ma illustrava anche i problemi che incontrava nelle varie zone, come in quella di Agrigento, dove la Despar ha aperto 40 punti vendita. E i capimafia della zona tentavano di imporre il pizzo o non pagavano la merce che veniva loro fornita.
Il provvedimento cautelare è stato emesso su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Roberto Piscitello, Costantino De Robbio, Marzia Sabella e Michele Prestipino, coordinati dagli aggiunti Giuseppe Pignatone e Roberto Scarpinato, ed è stato eseguito da agenti della squadra mobile di Trapani, Palermo e Agrigento.
Grigoli è indagato insieme al latitante Matteo Messina Denaro, per il quale il gip ha emesso un nuovo ordine di arresto. La società di Grigoli la "Gruppo 6 G.D.O. s.r.l.", che gestiva i supermercati, è stata sequestrata, ed il suo valore ammonta a circa 200 milioni di euro.
Secondo le dichiarazioni rese di recente dal collaboratore di giustizia, Maurizio Di Gati, "Grigoli e Messina Denaro erano la stessa cosa". "La vicenda evidenzia - spiega il capo della Squadra mobile di Trapani, Giuseppe Linares - come la mafia abbia gestito i supermercati Despar a Trapani e Agrigento. Al di là di ogni accertamento di responsabilità penale, così come è stata letta dagli investigatori attraverso i pizzini trovati a Provenzano, ci dà il modello imprenditoriale criminale che la Confindustria deve contrastare in Sicilia".

Il ruolo di Provenzano, considerato come mediatore degli affari dei boss di Cosa nostra, è stato evidenziato dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone che ha sottolineato l'importanza dei dati trovati nel covo del padrino a Montagna dei cavalli, in base ai quali "si è potuti arrivare ad individuare l'aspetto economico-criminale dei mafiosi".


20/12/2007
Fonte: La Sicilia

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