venerdì, dicembre 14, 2007

Ferrauto parla...

Nel gran calderone delle "cantate" rese ai magistrati dal nuovo collaboratore di giustizia, Carlo Alberto Ferrauto, spicca pure il nome del sancataldese Salvatore Cordaro, sotto processo perché ritenuto di appartenere dal 2000 in poi alle famiglie mafiose di Enna e San Cataldo.
Il colpo di scena l'ha annunciato il pubblico ministero della Dda Roberto Condorelli, al processo che si è tenuto ieri nell'aula bunker proprio contro Cordaro, comparso dinanzi il Tribunale collegiale presieduto da Giacomo Montalbano, con a latere i giudici Gilda Lo Forti e Stefano Zammuto.
Verbali, ha anticipato il magistrato della Dda, in cui Ferrauto racconta delle «novità» sul ruolo di Cordaro nelle cosche nissene e all'interno della famiglia mafiosa di San Cataldo.
Nient'altro ha voluto aggiungere il sostituto Condorelli, se non che a breve si riserverà di depositare quei verbali composti da decine di pagine in cui la "gola profonda" Ferrauto tira in ballo Salvatore Cordaro (difeso dall'avvocato Gianluca Amico). Peraltro Ferrauto, dopo essere stato scarcerato per l'operazione «Free town», si era trasferito a vivere nella vicina San Cataldo, dopo che ha avuto imposto dalla magistratura il divieto di soggiorno a Caltanissetta.
Tornando al processo che vede imputato Cordaro di mafia, nell'udienza di ieri al cospetto del collegio giudicante sono stati chiamati a deporre i collaboranti Angelo e Liborio Di Dio, padre e figlio di Enna, che hanno detto di aver conosciuto Cordaro, mentre nella prossima udienza che si terrà a gennaio sempre nell'aula bunker del "Malaspina", sfilerà il pentito Filippo Speziale, anche lui di Enna.
Fonte: La Sicilia

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