giovedì, novembre 15, 2007

Speriamo che funzioni...

CATANIA - Una "cabina regionale di monitoraggio dei beni confiscati alla mafia" è stata varata tra le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil e l'agenzia ministeriale per lo sviluppo, Italia Lavoro. Alla firma dell'accordo era presente il ministro al Lavoro, Cesare Damiano. L'iniziativa, secondo il segretario della Cisl Sicilia Paolo Mezzio, farà di quel 30% del totale nazionale di aziende confiscate, presenti nell'Isola, un "laboratorio di crescita economica e civile nel solco della cultura e della pratica della legalità". Il protocollo, si legge nel testo, punta a "favorire nuove metodologie di intervento" e a "individuare nuovi strumenti" per l'uso produttivo dei beni confiscati e lo sviluppo dell'occupazione. Prevede l'istituzione di "comitati provinciali" presso le prefetture e, con le parole del leader regionale Cisl, "definisce un'architettura che consente di immaginare condizioni nuove nella mobilitazione delle coscienze contro i boss". Alla firma di oggi è previsto che seguano, tra l'altro, l'organizzazione di "seminari di studio e approfondimento congiunti", tra sindacati e Italia Lavoro. Un modo, dice la Cisl, "per fare luce su un'economia malata" che, stando a un'indagine ancora aperta della Fondazione intitolata al giudice Chinnici, si alimenta di una tassazione illegale che oscilla dal minimo di 60 euro al mese imposto ai venditori ambulanti al massimo di 17 mila euro mensili, nel caso dell'estorsione per lavori autostradali"."Occorre garantire che le aziende confiscate possano continuare la loro attività. Vogliamo fare un ulteriore passaggio positivo: pensare all'occupazione delle persone impiegate in queste società", ha continuato Damiano."Crediamo che questo possa costituire non solo una speranza per l'occupazione e per il territorio, ma anche la definitiva conclusione della riappropriazione di questi beni da parte dello Stato e la rimessa in circolazione di questo patrimonio per l'utilità di tutti"."La mafia non è affatto invincibile: è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni". Usa le affermazioni del giudice Giovanni Falcone il componente della segreteria regionale della Cgil, Pippo Di Natale, nel suo intervento al convegno sui beni confiscati alla mafia promosso dai sindacati e da Italia lavoro. "Mai come in questo momento - aggiunge Di Natale - ci risuonano alla mente queste parole profetiche e che si confermano di straordinaria attualità". "I recenti arresti di Palermo, gli arresti di Siracusa dimostrano ancora una volta che l'impegno delle polizie e della magistratura non è mai venuto meno e se accompagniamo, così come sta accadendo, la repressione con la ribellione della società civile, la fine del fenomeno mafioso non è un'utopia da consegnare ai nostri figli e nipoti ma può trasformarsi in concreta realtà". Per Di Natale la cabina di regia siciliana è "una sfida da accettare e da vincere", perchè, spiega, "con la mafia non si lavora e ci si impoverisce, mentre la legalità ci fa tutti più ricchi".
15/11/2007
Fonte: La Sicilia

1 commento:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good