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Il procedimento (che aveva avuto il suo regolare seguito con un giudizio di secondo grado concluso con una condanna a 16 anni per Gambino ed un ricorso in Cassazione giudicato inammissibile) è stato riaperto in seguito all'incidente di esecuzione, presentato un anno fa alla Corte d'Appello di Palermo dal legale di Gambino, l' avvocato Daniele Francesco Lelli, del Foro di Roma.
Lelli, in base all'articolo 175 del codice di procedura penale, ha ottenuto la riapertura del processo di secondo grado, sostenendo che Gambino non ha mai avuto conoscenza di nessuno dei gradi di giudizio del procedimento penale su mafia e droga aperto a Palermo nell'83 ed istituito da Giovanni Falcone poiché già all'epoca il narcotrafficante risultava detenuto negli Stati Uniti.
Il reato contestato a Gambino nel processo italiano per la "Pizza connection", è l'associazione a delinquere semplice, proprio perché nell'83 non esisteva ancora il reato di 416 bis.
26/10/2007
Fonte: La Sicilia
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