venerdì, giugno 01, 2007

La mafia anche nei videopoker

GENOVA - Lo Stato avrebbe perso un tesoretto da 98 miliardi di euro, tra imposte evase e sanzioni non incassate, dalla mancata messa in rete telematica, come prescrive la legge, delle macchinette da videopoker in tutta Italia. E parte di questi soldi sarebbe finita alle società concessionarie dei videopoker, alcune delle quali sarebbero controllate dalla mafia. Lo denuncia un'inchiesta di due pagine pubblicata oggi dal Secolo XIX di Genova.
Il quotidiano riporta i risultati di una commissione di indagine guidata dal sottosegretario all'economia Alfiero Grandi e dal generale della Guardia di Finanza Castore Palmerini, dal 23 marzo scorso sul tavolo del viceministro Vincenzo Visco. Gli accertamenti sono stati svolti dal Gruppo Antifrodi Tecnologiche (GAT) della Gdf. Ombre vengono anche gettate sul lavoro dell'Agenzia per i Monopoli di Stato che avrebbe dovuto controllare il regolare utilizzo delle machinette. La messa in rete degli apparecchi da videopoker dovrebbe consentire allo stato, tramite la Sogei, di monitorare l'ammontare delle giocate per incassare le imposte dovute. "Per il 2006, secondo dati dei Monopoli - si legge nel rapporto della commissione d'indagine, come riporta il Secolo XIX - a fronte di un volume di affari pari a 15,4 miliardi di euro vi è stato un gettito fiscale di 2,72 miliardi con circa 200 mila apparecchi attivati". Secondo le stime della Finanza, invece, la raccolta di gioco reale ammonterebbe a 43,5 miliardi con i due terzi di macchinette (circa 40 mila) non collegate in rete.E dall'inchiesta emerge anche un particolare curioso: la legge prevede che gli apparecchi non collegati alla rete siano chiusi in un magazzino. Ebbene, in un bar di Riposto (Catania) ne risultavano depositati in un giorno ben 26.858, un mucchio che sarebbe alto quanto l'Etna, ha calcolato il Secolo XIX.Sulla vicenda è intervenuto il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Francesco Forgione, ha richiesto al Ministero dell'Economia la trasmissione della relazione elaborata dalla Commissione d'inchiesta interna sui videopoker e degli atti connessi, di cui oggi il quotidiano "Il Secolo XIX" ha pubblicato degli estratti."È necessario - ha detto Forgione - verificare quanto contenuto nella relazione, sia per quanto riguarda i mancati controlli sulle attività in corso, sia per quanto riguarda le concessioni che sono state assegnate negli anni". Secondo il presidente dell' Antimafia, "ogni aspetto del riciclaggio, anche solo potenziale, di soldi della mafia deve essere capito fino in fondo per poterlo colpire e sottrarre alle mafie le risorse. Non dimentichiamo che in molte inchieste emergono interessi delle cosche per imporre macchinette per il videopoker ed in alcuni casi sono state anche sequestrate delle sale per il Bingo intestate a prestanome dei boss".
31/05/2007
Fonte: La Sicilia

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