lunedì, maggio 28, 2007

Dopo 37 anni...

PALERMO - A 37 anni e mezzo dai fatti, si è aperto questa mattina davanti alla terza sezione della Corte d'Assise di Palermo il processo per la strage mafiosa di viale Lazio in cui morirono 5 persone e altre 7 rimasero ferite. Imputati sono Totò Riina e Bernardo Provenzano, unici superstiti di un gruppo che tra killer e mandanti contava una ventina di persone. Provenzano, che era collegato in videoconferenza dal carcere di Novara è accusato di essere non colui che decise ma uno degli esecutori materiali della strage e anzi, secondo il pentito Gaetano Grado, sarebbe stato proprio Provenzano, sparando avventatamente, a consentire alle vittime designate di reagire e di uccidere alcuni degli assalitori.
Obiettivo del raid negli uffici dell'impresa Moncada di viale Lazio 168 a Palermo, il 10 dicembre del 1969, era il boss Michele Cavataio, inviso ai clan palermitani perché cercava di estendere il proprio potere sulle cosce dell'intera città. Totò Riina sarebbe stato invece uno dei mandanti. Nella spedizione punitiva rimase ucciso Calogero Bagarella, fratello di Leoluca e cognato di Riina, colpito a morte dalla pistola di Michele Cavataio. Nell'udienza di oggi il pubblico ministero Michele Prestipino ha esposto i fatti della causa, e sono state ammesse come parti civili le famiglie di due delle vittime innocenti della strage (entrambi operai della ditta Moncada) e la Provincia regionale di Palermo. Il processo è stato poi aggiornato al 5 luglio.
28/05/2007
Fonte: La Sicilia

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