Nell'operazione "Biancone" della polizia, che ha portato all'arresto di 13 persone, è emerso che dal 1992 al 2006 un ristoratore di Gela, proprietario di uno dei tanti fast-food del centro storico della città, aveva pagato agli uomini del racket 750 euro l'anno, divisi in tre rate: una a Pasqua, una a Ferragosto e una a Natale. Un pizzo 'bipartisan', diviso tra le cosche di Cosa Nostra e i clan criminali della Stidda. Gli esattori giustificavano le richieste con l'esigenza di far trascorrere le feste in serenità alle famiglie dei detenuti appartenenti a entrambe le organizzazioni criminali, che avevano firmato un accordo di spartizione del territorio.
La vittima ha pagato senza fiatare per 14 anni. L'estorsione è stata scoperta dalla polizia attraverso le microspie installate nel locale dopo le rivelazioni dei collaboratori di giustizia Rosario Trubia (Cosa Nostra) e Benedetto Zuppardo (Stidda). Alla fine il commerciante ha dovuto ammettere l'evidenza dei fatti. I proventi delle estorsioni andavano in parti uguali alla famiglia Rinzivillo, a quella degli Emmanuello (entrambe di Cosa Nostra) e per un terzo agli "stiddari".
Questi i nomi degli arrestati: Giuseppe Ascia, di 21 anni, Emanuele Bassora, di 33, Rocco Crocifisso Bassora, di 35, Mariano Bonvissuto, di 38, Salvatore Cannizzo, di 44, Maurizio Peritore, di 23 anni, Carmelo Raniolo, di 33, tutti di Gela. In carcere, il provvedimento è stato notificato a Salvatore Di Maggio, di 23 anni, Vincenzo Gueli, di 42, Luca Luigi Incardona, di 31, Nicola Liparoti, di 29, Enrico Maganuco, di 44, tutti di Gela, e ad Alessandro Gambuto, di 32 anni, di Butera.
11/05/2007
Fonte: La Sicilia
Nessun commento:
Posta un commento