venerdì, aprile 06, 2007

Arrestato Pellegrino

TRAPANI - La polizia di Stato ha arrestato a Trapani l'ex vicepresidente della Regione siciliana, Bartolo Pellegrino, 73 anni, leader del movimento politico "Nuova Sicilia". Il politico è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Il gip Antonella Consiglio ha concesso gli arresti domiciliari per via dell'età dell'indagato. Pellegrino, fra il 2001 e il 2003, ha ricoperto anche la carica di assessore regionale al Territorio e Ambiente. Secondo gli inquirenti, l'ex deputato regionale avrebbe avuto rapporti con boss mafiosi di Trapani e sarebbe stato a loro disposizione. Il leader di "Nuova Sicilia", Bartolo Pellegrino, arrestato stamani dalla polizia di Stato per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, avrebbe avuto un rapporto stabile con il capomafia trapanese Francesco Pace, anche lui raggiunto stamani da un provvedimento cautelare emesso dal gip. L'ex vicepresidente della Regione è accusato di avere ricoperto il ruolo di cerniera fra i mafiosi e la politica.
Per i pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Pellegrino sarebbe stato a disposizione per interventi di tipo amministrativo o politico in favore degli interessi della mafia. Il politico, sostengono gli investigatori, avrebbe inoltre concordato con i boss l'individuazione di possibili candidati a elezioni politiche, ma anche l'aggiudicazione di gare d'appalto, come quella per i lavori della funivia Trapani-Erice.
Le intercettazioni ambientali hanno permesso alla polizia di evidenziare rapporti fra il leader del movimento politico autonomista "Nuova Sicilia", Pellegrino, con esponenti di Cosa nostra trapanese, tra cui Filippo Coppola, Francesco Bica e Francesco Orlando, quest'ultimo già segretario particolare del politico.
Per l'accusa i continui e reiterati rapporti di Pellegrino con esponenti di vertice della cosca mafiosa trapanese, hanno permesso loro di assicurarsi il controllo di rilevanti attività imprenditoriali nel settore edilizio ed urbanistico, programmando la realizzazione di speculazione mediante il mutamento della destinazione d'uso da verde agricolo a zona edificabile di ampie aree nel quartiere Villa Rosina di Trapani, modificandone gli indici di edificabilità nel contesto del piano regolatore di Trapani.
Il quadro che ne deriva è quello di un sistematico apporto di Pellegrino alle attività ed agli interessi della mafia nel settore edilizio. L'ex vicepresidente della Regione arrestato stamani, come sottolineano gli inquirenti, avrebbe fatto "mercimonio delle proprie funzioni di assessore", per avvantaggiare gli interessi dei mafiosi.
L'ex deputato regionale avrebbe accettato, come si legge dal provvedimento cautelare, una somma di denaro da parte di Francesco Pace (al quale stamani è stato notificato in carcere il provvedimento cautelare), Antonino Birrittella (l'imprenditore arrestato per mafia due anni fa e adesso pentito) e dall'imprenditore Vito Agugliaro, la promessa di 500 euro per ciascuno degli appartamenti progettati dalla società Mediterranea Costruzioni (cui Augugliaro era interessato).
L'affare riguardava un ampio programma edilizio che si doveva realizzare nel quartiere Villa Rosina a Trapani e che prevedeva la costruzione di 600 appartamenti di edilizia residenziale. Per l'accusa Pellegrino si sarebbe impegnato ad adoperarsi, nella qualità di assessore regionale, affinchè il programma edilizio andasse a buon fine.
L'inchiesta che colpisce in modo trasversale l'intero mondo politico trapanese: tra gli indagati per concorso in corruzione figurano, infatti, sia esponenti del centrodestra che del centrosinistra, come il candidato sindaco di Trapani Mario Buscaino, della Margherita. Buscaino, che in passato è già stato inquisito per mafia e poi prosciolto, ha sottolineato di non avere ancora ricevuto alcun avviso di garanzia.
04/04/2007
Fonte: La Sicilia

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