lunedì, febbraio 19, 2007

Relazione annuale della Procura Nazionale Antimafia

La relazione annuale della Procura nazionale antimafia ha lanciato l’allarme: in Italia la mafia russa sta estendendo sempre più la sua longa manus in Italia. Gli investimenti sarebbero molteplici e dilagano a macchia d’olio, dalle aziende agricole in Toscana agli investimenti immobiliari in Liguria, alla ristrutturazione di immobili di gran pregio in Lombardia. Senza contare il controllo esercitato sui parcheggi dei bus che trasportano persone e merci tra l’Ucraina e l’Italia, e il racket al quale sono sottoposti gli autisti degli stessi automezzi e persino dei passeggeri. In buona parte delle nostre regioni è accertata la presenza di elementi sospetti, soprattutto ai fini del riciclaggio di ricchezze provenienti da illeciti penali. Tra le attività illecite a cui si dedicano gruppi criminali dell’ex Unione Sovietica c’è anche il traffico di sostanze stupefacenti sintetiche, quali ecstasy ed eva, hashish ed eroina. Le donne vengono, di solito, avviate alla prostituzione o al lavoro di badanti e colf, mentre gli uomini vengono destinati al lavoro in fabbriche tessili o nel settore agricolo. La relazione dedica un intero capitolo alla geografia delle mafie straniere in Italia. Un cospicuo paragrafo è dedicato alla comunità cinese in Italia. Ciò che più preoccupa è il fenomeno dell’immigrazione clandestina, prevalentemente dalla provincia dello Zhejiang. Per poter arrivare in Italia, ciascun clandestino paga dai 10 ai 15 mila euro, spesso anticipata da organizzazioni che hanno sede in Cina. I cinesi si dedicano anche alla falsificazione di documenti, ai sequestri di persona a scopo di estorsione a danno di connazionali, estorsioni, rapine, recupero crediti con metodi intimidatori e violenti, organizzazione del gioco d’azzardo. Alla tratta di esseri umani, in particolare donne e minori, e allo sfruttamento della prostituzione sono dedite invece le organizzazioni criminali bulgare.
Fonte: il mattino

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