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Come un fiume in piena, l'ex emergente di Cosa Nostra, ha vuotato il sacco davanti ai giudici della sesta sezione del Tribunale di Milano che lo stanno processando per estorsione aggravata, minacce e danneggiamento a mezzo di incendio dell'abitazione del suocero del fortunato operaio, insieme con Emanuele Argenti, Alessandro Emmanuello, Crocifisso Smorta, Carmelo Billizzi e Francesco Verderame.
Incalzato dalle domande del Pm Marcello Musso, Trubia ha raccontato di essersi accorto in prima persona di una discussione dai toni piuttosto vivaci intercorsa tra esponenti di Cosa Nostra e della Stidda e di essere intervenuto perché - come ha spiegato ai giudici "queste faccende finiscono in guerra". Agli stiddari, avrebbe detto: "se siete sicuri al mille per mille che ha vinto tutti quei soldi, glieli facciamo cacciare". Ha raccontato che la notizia della supervincita realizzata da Salvatore Spampinato era giunta alle orecchie degli Stiddari tramite un parente del fortunato operaio e che gli Stiddari avrebbero preteso una mazzetta di 1 miliardo di vecchie lire. Ha raccontato che la vittima andò a trovarlo a casa sua lamentando che gli stiddari avevano bruciato la casa del suocero e di avere proposto agli stiddari di chiudere l'estorsione con una richiesta di 300 milioni.
In verità - ha ammesso Trubia - chiesi a Spampinato 400 milioni perchè avevo intenzione di intascarmene 100. Ma quei 100 milioni a suo dire - li avrebbe voluti Alessandro Emmanuello per investirli nel traffico di droga. Il processo è stato aggiornato al prossimo mese per la requisitoria.
Fonte: La Sicilia
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