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Gli ordini di custodia cautelare sono stati richiesti dal procuratore aggiunto di Palermo, Giuseppe Pignatone e dai sostituti, Maurizio de Lucia, Roberta Buzzolani e Gaetano Paci che hanno coordinato l'inchiesta. Gli investigatori hanno tracciato la nuova mappa del mandamento mafioso della Noce, al quale era tanto "affezionato" Totò Riina, perchè in questa famiglia aveva gran parte dei suoi fedelissimi, come Raffaele Ganci. Oltre alle estorsioni, i mafiosi della zona avrebbero curato anche un traffico di sostanze stupefacenti e la gestione delle macchine per i video giochi distribuite in numerosi locali della città. Fra gli arresti figura anche il nuovo capomandamento della zona. Le estorsioni a commercianti e imprenditori frutterebbero a Cosa nostra grosse somme di denaro, e a pagare il pizzo sarebbero quasi tutte le grosse attività che ricadono nel mandamento mafioso della Noce. In questa inchiesta, gli investigatori hanno ricostruito ogni singola estorsione, grazie alle intercettazioni ambientali, nella quali emerge che tutti pagano senza esitazione. Qualche commerciante o imprenditore chiede anche lo sconto e per ottenerlo si rivolge ad alcuni capimafia di altre zone della città. E sempre ai boss della zona si rivolgono alcuni titolari di attività per "denunciare" furti nei propri locali e per cercare di recuperare la merce. Nessuno però si rivolge alle forze dell'ordine per segnalare le estorsioni subite.Il mandamento mafioso della Noce è storicamente uno tra i più potenti presenti sul territorio di Palermo, e in passato è stato diretto da uomini di elevatissimo spessore criminale. Ma al suo interno, come del resto in gran parte di Cosa nostra, le affiliazioni sono cambiate, per via dei numerosi e continui arresti disposti dalla magistratura, e quindi adesso ai vertici delle famiglie si trovano persone che in passato erano solo dei fiancheggiatori dei boss.
23/01/2007
Fonte: La Sicilia
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