domenica, gennaio 21, 2007

Associazione anti-racket di Caltanissetta

Verrà sciolta definitivamente e posta in liquidazione l’Associazione Antiracket ed Antiusura di Caltanissetta? Una domanda questa alla quale sono chiamati questa mattina a dare una risposta i rappresentanti degli enti (Provincia regionale nissena, Comuni di Caltanissetta, Serra di falco,Campofranco e Vallelunga,Consorzio Asi) e delle organizzazioni sindacali (Cgil,Cisl e Uil) che, da quanto è emerso nell’ultima assemblea dei soci di sabato scorso, non risultano timorosi. Durante la riunione convocata nella sede di via De Nicola i "soggetti abilitati " al voto dovrebbero mettere in atto quanto deciso la settimana scorsa a maggioranza dei presenti, e cioè la liquidazione dell’associazione sorta quattro anni fa, assicurando poi l’assistenza con uno "sportello Antiusura " da attivare immediatamente alla Camera di commercio di Caltanissetta e possibilmente subito dopo creare una nuova associazione che possa essere seguita dalla Fai (federazione antiracket italiana) di Tano Grasso (nella foto). Non tutti però sono concordi sulla chiusura dell’Associazione nissena che cominciò ad operare quattro anni fa:si sono più volte dichiarati contrari soprattutto coloro che sono stati assistiti dall’attuale struttura e che hanno la necessità di essere ancora aiutati. Altri - e tra questi l ’ex presidente Mario Rino Biancheri - hanno già preannunciato che, se l’associazione verrà posta in liquidazione, impugnerà il provvedimento davanti alle sedi idonee. Per assicurare il regolare andamento della riunione stamattina saranno presenti anche il notaio Salvatore Romano e come legali gli assessori Simona Campanella del Comune nisseno e Giorgio Cannata della Provincia regionale. Intanto ieri il prefetto Pietro Lisi, chiamato in causa da alcune lettere inviate ai quotidiani dagli usurati, ha inviato una nota con la quale «relativamente a talune delle dichiarazioni in esse contenute su presunte valutazioni espresse da questo Ufficio, si precisa che non è consuetudine della Prefettura esprimere giudizi, nè favorevoli né sfavorevoli, su persone o fatti ». Il dott.Pietro Lisi ha pure scritto che «in questa vicenda risultano adottati solo gli atti che le norme attribuiscono alla competenza del Prefetto e, quindi, la sospensione in via cautelare, a tutela dei terzi in buona fede, dell’iscrizione del citato ente nell’elenco delle associazioni di assistenza e di solidarietà a soggetti danneggiati da attività estorsive, tenuto presso questa Prefettura. Di ciò è stata data notizia con un comunicato del 12 gennaio scorso. Si aggiunge che detto provvedimento, notificato al rappresentante legale pro tempore dell’Associazione, è già esecutivo ».
Sulla vicenda con una lunga lettera è intervenuto ieri pure l ’on.Filippo Misuraca, ilquale ha ancora una volta ribadito che «la gestione dell’Associazione dev’essere affidata a chi è direttamente interessato, ovvero imprenditori e commercianti che sono il bersaglio privilegiato di chi tenta di campare di "pizzo "». «Secondo gli assistiti - ha scritto l’on. Misuraca - l’Associazione aveva operato bene, per cui non ci sarebbe stato bisogno che la politica facesse
diventare anche questo organismo un incarico di sottogoverno da gestire. Attraverso queste
riflessioni, sto motivando la mia assenza all’assemblea che vorrebbe sancire la chiusura in maniera ufficiale dell’Associazione. Sono d’accordo con chi ha già adombrato l’ipotesi che l’assemblea non è stata legittimamente convocata. Ad esempio, io socio dell’Associazione, non sono stato neanche invitato a parteciparvi ».
Fonte: Giornale di Sicilia

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