sabato, dicembre 09, 2006

Processo Freetown

Ha riservato diversi colpi di scena l’udienza di ieri davanti ai giudici della Corte d’Appello di Caltanissetta (presidente Sergio Nicastro) a carico di 8 imputati, incriminati due anni fa dalla
Squadra Mobile nell’operazione «Freetown » con l ’accusa di essere affiliati e avvicinati alla famiglia locale di Cosa Nostra.
La Corte è stata chiamata a pronunciarsi sull ’inammissibilità del ricorso - secondo gli avvocati del collegio di difesa - da parte della Procura della Repubblica e della Procura generale che
sollecitavano condanne più pesante e la rivisitazione dei capi contestati per i quali alcuni imputati erano stati assolti in primo grado a conclusione del processo celebrato con il rito abbreviato.
Inammissibilità del ricorso, dopo le assoluzioni, decretato dalla legge Pecorella.
Una richiesta, quella degli avvocati del collegio di difesa, non accolta dalla Corte, dopo una lunga camera di consiglio: per la Corte d ’Appello il ricorso della Procura generale è ammissibile e così si è arrivati al sollecito dell’inasprimento delle pene da parte del Pg.
La Corte ha invece confermato l’assoluzione per Mario Giovanni Cerniglia (così come aveva chiesto l’avvocato Davide Schillaci), mentre per quanto riguarda la posizione di Francesco Paolo Ferdico (difeso dall ’avvocato Maria Fran-
cesca Assennato
), sulla conferma dell’inammissibilità del ricorso della Procura generale, dovrà pronunciarsi la Corte di Cassazione. Poi c ’è stata la requisitoria del sostituto procuratore generale Luigi Birritteri che ha chiesto alla Corte un inasprimento delle pene per quasi tutti gli imputati. Questo il dettaglio delle richieste di condanna: 7 anni di reclusione e mille euro di multa per Angelo Palermo (6 anni la condanna in primo grado), 5 anni,6 mesi e 1500 euro di multa per
Giuseppe Rabbita (3 anni la condanna di primo grado) ed Emanuele Mangione (2 anni e 8 mesi la condanna del Gup), 3 anni, 6 mesi e 1000 euro per Giuseppe Vincitore (2 anni in primo grado), 5 anni e 1000 euro di multa per Andrea Felice Ciulla (2 annie 8 mesi la sentenza di primo grado), mentre per Salvatore Gelfo il Pg ha chiesto la conferma della condanna a 1 anno. Ieri ci sono state le arringhe degli avvocati Maria Francesca Assennato e Dino Milazzo, che hanno ribadito alla Corte la richiesta di dichiarare inammissibile i ricorsi del Pg e di assolvere i loro assistiti. Il processo è stato poi aggiornato alla prossima settimana, quando sono previste le arringhe degli
avvocati Michele Micalizzi e Sergio Iacona. Parte civile in questo processo l ’imprenditore Pietro Di Vincenzo (con l’avvocato Rossella Giannone), vittima di richieste di estorsione, l’impresario Calogero Turco (con l ’avv.Raffaele Palermo) che subì l’incendio di una macchina in un rogo appiccato al mezzo di un’altrapersona e il dipendente comunale Salvatore Alaimo (con l ’avvocato
Giuseppe Dacquì), anche lui vittima dell’incendio doloso di due sue macchine.
Fonte: La Sicilia

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