giovedì, novembre 23, 2006

Due arresti a Gela

Palermo, 21 nov. (Apcom) - Due presunti esponenti di Cosa nostra a Gela (Caltanissetta), Emanuele Terlati, 29 anni, e Salvatore Azzarelli, 31 anni, sono stati arrestati dalla squadra mobile di Caltanissetta con l'accusa di tentata estorsione aggravata. Terlati detto 'Nele Pracchia' e Azzarelli inteso 'U Maccarruni' secondo il collaboratore di giustizia Salvatore avrebbero compito di estorcere denaro ad una associazione temporanea di imprese che operava a Gela. Nel corso delle indagini, che lo scorso anno hanno portato in manette anche un esponente della stidda', è emerso che la stessa Ati era stata fatta oggetto di una azione estorsiva da parte quella organizzazione.
Terlati e Azzarelli negli ultimi mesi del 2004 si erano presentati nel cantiere dell'ATI in questione e avevano testualmente chiesto al direttore tecnico 'come erano messi'. Il tenore della domanda e le modalità della stessa, nonché l'atteggiamento tenuto dai due soggetti, non lasciavano dubbi circa l'oggetto della stessa.Pertanto, il titolare dell'impresa, metaforicamente, aveva fatto presente ai suoi interlocutori che già stava pagando "un santo", e che non era sua intenzione pagarne due. Azzarelli e Terlati, avendo capito immediatamente, ed avendo appreso che il "santo" cui l'imprenditore stava pagando il pizzo era "Enrico" (Enrico Maganuco esponente della Stidda, arrestato lo scorso anno ndr.), dopo aver verificato la notizia dell'avvenuto pagamento, avevano quindi assicurato all'imprenditore medesimo che "tutto era a posto", dal momento che era già intervenuto "Enrico" ; quindi erano andati via senza far più ritorno. Le indagini evidenziavano come l'estorsione di Maganuco in danno dell'ATI avesse generato malumori all'interno delle cosche mafiose gelesi, in quanto lo stesso non l'aveva registrata nel libro mastro delle estorsioni,tentando, forse, di tenerne per sé il ricavato o comunque a favore della sola stidda. Ciò aveva irritato cosa nostra e dopo la "visita" di Azzarelli e Terlati l'estorsione in danno dell'ATI venne debitamente registrata, così da dividerne i proventi in favore di ambedue le consorterie di cosa nostra e stidda.
Fonte: virgilio.it

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