mercoledì, novembre 29, 2006

Confiscate varie società

PALERMO - La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha confiscato le società Centralgas, Vigorgas Serbatoi, Italmetano e Gas Sud, appartenenti agli imprenditori Giuseppe Costanzo e Fabio Cascio Ingurgio, ex presidenti rispettivamente di Sicindustria e dell'Assindustria provinciale di Palermo. Secondo i giudici, furono soci di Francesco Paolo Bontate, figlio di Stefano, il boss cosiddetto "Principe di Villagrazia", ucciso nel 1981 all'inizio della guerra di mafia.
Costanzo e Cascio, indagati anche per riciclaggio e truffa sui fondi della legge 488, si erano dimessi dalle cariche in Confindustria dopo il sequestro delle societa' e la loro sospensione dalle funzioni di amministratori, avvenuti un anno fa: adesso vengono indicati come presunti riciclatori del denaro sporco che Bontate junior, in carcere da due anni con l'accusa di traffico di stupefacenti, avrebbe investito nel "gruppo Centralgas". Il provvedimento è stato adottato dal collegio presieduto da Cesare Vincenti, che ha accolto la proposta dei pubblici ministeri Geri Ferrara e Sara Micucci, coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Scarpinato. Le indagini sono state svolte dalla sezione misure di prevenzione della polizia di Stato. In 156 pagine i giudici ricostruiscono punto per punto la storia delle quattro compagini sociali, al cui interno si trovavano, negli anni '60 e '70, i boss Bontate e Teresi o loro prestanome. L'elemento unificante tra il passato e il presente è, ad avviso del tribunale, un altro socio ed ex amministratore: l'avvocato Pietro Cascio Ingurgio, padre dell'ex presidente dell'Associazione degli industriali della provincia di Palermo. Il legale venne sottoposto, negli anni '80, a una misura di prevenzione proprio per la sua contiguità con i mafiosi di Villagrazia suoi soci; adesso i giudici, accogliendo la tesi dei pm, rincarano la dose: "Non si puo' non rilevare ancora una volta il ruolo di "garante" svolto da Cascio Ingurgio Pietro, del tutto in linea con i comportamenti dallo stesso tenuti nel passato nei confronti degli esponenti mafiosi di cui risultava essere il fiancheggiatore, con finalita' di ripulitura del denaro di provenienza illecita". Bontate, arrestato nel 2004 per traffico internazionale di stupefacenti, era nel cda e socio di aziende del gruppo: Costanzo disse all'epoca di non sapere di chi si trattasse e che comunque era stato subito allontanato, dopo la cattura. I pm Ferrara e Micucci pero' non si sono affatto convinti e i giudici danno loro ragione, rilevando la "piena coincidenza temporale" dell'assunzione della carica in Centralgas con il coinvolgimento nell'indagine per droga. Il sospetto e' cioe' che il denaro sporco di Bontate (entrato in Vigorgas su proposta di Fabio Cascio) sia confluito nelle attivita' lecite. Il decreto parla pure di "obiettiva commistione di interessi tra l'attivita' illecita di Bontate e l'attivita' gestionale delle societa'", di amministratori che avrebbero agito "in modo assolutamente illecito e irregolare, con disinvolte operazioni di falsificazione della realta' contabile sostanziale e soprattutto in violazione della normativa bancaria antiriciclaggio. I due imprenditori, fra l'altro, avrebbero sfruttato la propria immagine istituzionale nell'ambito delle organizzazioni degli industriali, per ottenere credito dalle banche e dall'Irfis: il loro sarebbe stato "un ruolo di immagine, mentre invero la gestione reale dell'azienda sembra essere stata in mano altrui". E non solo: "Nel circolo produttivo aziendale entrarono ingenti quantita' di denaro di non accertata e non accertabile provenienza lecita". Sarebbero poi stati commessi falsi contabili e nei bilanci, evasioni fiscali, operazioni in nero. Tutte attivita' dirette "alla strumentalizzazione dell'attivita' di impresa a fini di riciclaggio". Le aziende si avviano adesso verso la liquidazione. A rischio i posti di lavoro.
29/11/2006
Fonte: La Sicilia

Nessun commento: