sabato, giugno 10, 2006

Una minorenne la "postina"

GELA (CALTANISSETTA) - Sarebbe un minorenne, non ancora identificato, il "postino" che avrebbe recapitato i "pizzini" con richieste e minacce ai commercianti gelesi e nisseni vittime del pizzo. Il particolare è emerso nell'indagine condotta dalla Dda di Caltanissetta che ha portato all'arresto di sette presunti esponenti dei clan. Gli arrestati avrebbero taglieggiato per 17 anni il proprietario del "567" uno dei fast-food di corso Salvatore Aldisio, a Gela, obbligandolo a pagare inizialmente una somma annua di tre milioni di vecchie lire, successivamente divenuta di 1.500 euro da versare in tre rate, a Natale, Pasqua e Ferragosto.
Oltre al denaro contante, gli estorsori avrebbero preteso, per loro ed i loro amici, consumazioni gratuite. La vittima non avrebbe mai denunciato il ricatto. Secondo gli inquirenti, "il suo stato di soggezione vedeva come uniche alternative alla situazione pagare o abbassare la saracinesca", dunque chiudere l'attività e andare via.
Sono stati i poliziotti, a sua insaputa, a piazzare nel locale alcune microspie ed una telecamera, con cui sono riusciti a identificare i taglieggiatori che si presentavano sempre a nome delle cosche mafiose di appartenenza ("Stidda" e "Cosa Nostra"), riferendo, quasi a giustificarsi, che le somme servivano per sostenere i mafiosi in carcere e le rispettive famiglie. Determinante la collaborazione di un pentito, Salvatore Cassarà, le cui rivelazioni, lo scorso anno, permisero di sventare un attentato al giudice del tribunale di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza, che la mafia gelese aveva deciso di eliminare.
I provvedimenti sono stati firmati dal gip del tribunale di Caltanissetta, Sara Di Rienzo, su richiesta dei pm della Dda, Nicolò Marino e Rocco Liguori, coordinati dal procuratore aggiunto Renato Di Natale. Tre provvedimenti sono stati notificati a persone che erano già detenute.
A margine della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell'operazione che ha permesso di svelare il giro di estorsioni, il capo della Mobile di Caltanissetta, Marco Staffa ha lanciato un appello: "Denunciate i vostri aguzzini. Da anni la polizia è impegnata nella lotta al racket nel territorio di Gela cercando di avvicinarsi alla popolazione per far capire che non bisogna cedere alla pressioni degli estorsori".
"Anche questa notte - ha aggiunto Staffa - abbiamo colpito personaggi vicini alla Stidda e Cosa nostra gelese, in particolare alla cosca degli Emmanuello che per lungo tempo hanno rovinato la vita a un commerciante. Malgrado le vessazioni continue e le pressanti richieste di denaro, però, lo stesso ristoratore non ha voluto collaborare con noi. Lancio - ha concluso - un ennesimo messaggio ai commercianti: non diventate vittime del racket, collaborate con noi".
Dalle indagini ancora una volta è emersa l'alleanza ormai consolidata tra gli esponenti della Stidda e di Cosa nostra nella gestione degli affari illeciti a Gela.
09/06/2006

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