PALERMO - "Rapporti tra gli affiliati alle cosche con imprenditori e uomini politici sono emersi dall'inchiesta che ha portato alla scoperta del direttorio di cosa nostra". Lo afferma il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, commentando l'operazione "Gotha" che stamani ha portato all'arresto di decine di persone fermate su ordine del pool di pm guidato dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone. "Tali rapporti - spiega il procuratore - si concretizzano nel perseguimento di una strategia diretta non solo ad appoggiare nelle competizioni elettorali candidati ritenuti di assoluta fiducia, ma ad ottenere anche l'inserimento nelle liste dei candidati di persone ancora più affidabili perchè legate agli stessi uomini d'onore da vincoli di parentela o da rapporti diretti".
"Ancora una volta si dimostra - prosegue Grasso - la capacità di Cosa nostra di tentare di sfruttare a proprio favore le dinamiche virtuose della società civile. Grazie alle tecnologie più avanzate è stato comunque possibile acquisire un numero impressionante di conversazioni ambientali che per il livello degli interlocutori e per gli argomenti trattati ha ben pochi precedenti per la comprensione ed il contrasto a cosa nostra".
"L'indagine - rivela il capo della Dna - conferma ancora il ruolo di vertice di Bernardo Provenzano, punto di riferimento e di equilibrio in una situazione magmatica, sempre pronta ad esplodere. Queste conversazioni - aggiunge Grasso - hanno consentito di tracciare l'attuale organigramma dell'associazione mafiosa palermitana; ma anche i rapporti tra le sue diverse articolazioni e i loro esponenti di vertice, mostrando un divenire assai complesso ed estremamente fluido di alleanze, di contrasti e di contrapposizioni".
Il procuratore antimafia sottolinea che: "Sono stati arrestati i reggenti di 13 famiglie mafiose e di sei mandamenti". "La caratteristica particolare - precisa Grasso - è che questi capimafia arrestati sono stati in passato quasi tutti condannati per mafia ed hanno già scontato la pena. Una volta pagato il loro debito con la giustizia, sono però ritornati a delinquere, prendendo in mano le redini delle cosche".
Grasso conclude elogiando le forze dell'ordine: "Grazie alla genialità investigativa, alla grande professionalità e all'estremo spirito di sacrificio degli uomini della Sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Palermo, coadiuvati dal servizio centrale operativo e dalla sezione catturandi della Mobile, si è arrivati a scoprire gli attuali retroscena di Cosa nostra palermitana".
"Sono stati acquisiti elementi significativi sui rapporti degli esponenti di vertice dell'organizzazione, in particolare Antonino Rotolo, Antonino Cinà e Francesco Bonura, con esponenti del mondo politico". Lo scrivono i pm nel provvedimento firmato stamane nell'ambito dell'operazione "Gotha".
Dall'inchiesta emerge che i boss arrestati avevano già trovato gli uomini da inserire nelle liste elettorali di due partiti che fanno parte della Cdl, che dovranno concorrere per le elezioni amministrative di Palermo del prossimo anno.
20/06/2006
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