venerdì, giugno 23, 2006

Beni confiscati

PALERMO - Beni per un valore di oltre due milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia a Palermo e provincia. I provvedimenti hanno colpito il capomafia di Ciminna, Onofrio Catalano; un ex bancario, Antonino Lo Verde; Luigi Giacalone, della famiglia mafiosa di Brancaccio e l'imprenditore di Misilmeri, Giuseppe Di Pisa.
Latitante fino al '95, dopo aver subito una serie di condanne, Catalano, 70 anni, si era costituito nel '95 per paura di essere ucciso dalle cosche rivali. Gli sono stati confiscati un terreno e una ditta intestati al figlio Giuseppe. Lo Verde, 63 anni, era stato arrestato la prima volta nel '95. La confisca riguarda tre appartamenti a Palermo, un box e conti correnti. A Giacalone, 52 anni, vicino alla famiglia Graviano di Brancaccio e coinvolto nell'omicidio di padre Pino Puglisi e negli attentati di Roma, Milano e Firenze, è stata confiscata una casa in costruzione nel comune di Campobello di Mazara, nel trapanese.
Di Pisa, 53 anni, arrestato per estorsione, ha avuto notificato un decreto di confisca di un terreno e tre fabbricati. Le indagini che hanno portato alle confische sono state disposte dalla Dia a dal procuratore aggiunto di Palermo, Roberto Scarpinato.
23/06/2006

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