PALERMO - I carabinieri e la guardia di finanza di Palermo hanno arrestato questa mattina Massimo Ciancimino, il giovane imprenditore figlio dell'ex sindaco Vito Ciancimino, condannato per mafia e morto a Roma il 19 novembre 2002. Nel corso delle indagini sono state eseguite numerose perquisizioni a Palermo, Roma e Milano.
Il provvedimento cautelare è stato firmato dal gip Gioacchino Scaduto e riguarda anche l'avvocato internazionalista Giorgio Ghiron, 73 anni, residente a Roma. Ad entrambi il giudice ha concesso gli arresti domiciliari. Ciancimino e Ghiron sono accusati di riciclaggio, reimpiego di capitali di provenienza illecita e fittizia intestazione di beni.
L'ordine di custodia cautelare è stata notificato a Massimo Ciancimino nella sua abitazione nel centro di Palermo. Secondo gli investigatori il vecchio Ciancimino, considerato molto vicino a Bernardo Provenzano, già nel 1984 aveva intascato, secondo gli inquirenti, decine di miliardi di vecchie lire. Ma a quanto ammonti il tesoro dell'ex sindaco, finora non è riuscito a calcolarlo nessuno.
L'inchiesta condotta dai carabinieri riguarda il "tesoro" accumulato illecitamente negli anni Ottanta da Vito Ciancimino che secondo l'accusa, dopo la sua morte, sarebbe stato gestito dal figlio e dall'avvocato. Entrambi gli arrestati avevano già ricevuto l'avviso di garanzia lo scorso luglio perchè accusati di reimpiego di denaro di provenienza illecita. Il riferimento a Massimo Ciancimino era stato trovato lo scorso 11 aprile dagli investigatori in un "pizzino" inviato dal boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro al vecchio padrino corleonese Bernardo Provenzano.
Nel 1991, durante l'udienza di un processo in cui Vito Ciancimino era imputato, rivolgendosi all'allora pm, Giuseppe Pignatone, ammise: "Nell'arco della mia vita ho guadagnato somme più del doppio di quelle che mi sono state sequestrate". Sul tesoro di don Vito per oltre un decennio è poi calato il silenzio, fino a quando il boss Nino Giuffrè ha iniziato a collaborare con la giustizia, svelando alcuni retroscena che hanno portato a riaprire le indagini. Gli investigatori si sono messi sulle tracce di questo tesoro che avrebbe tanti rivoli in conti e società della Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Portogallo, Romania, Russia e Ucraina.
Il ruolo dell'avvocato Giorgio Ghiron per gli inquirenti è centrale negli affari di Massimo Ciancimino, soprattutto per quelli legati al commercio del gas di cui si occupa il giovane imprenditore arrestato. Avvocato internazionalista con studio a Roma, Napoli, Londra e New York, Ghiron era legato a Vito Ciancimino sin dagli anni Settanta e in qualche vicenda giudiziaria compare come il suo avvocato difensore. A casa di Ghiron nel luglio scorso, quando gli è stato notificato il primo avviso di garanzia, i pm di Palermo durante la perquisizione hanno trovato una lettera-testamento di Vito Ciancimino, ma soprattutto una scrittura privata che conferma la tesi dei giudici che dietro alcune società come la Fingas e la Sirco che hanno un volume d'affari di milioni di euro, c'è Ciancimino junior.
08/06/2006
Fonte: La Sicilia
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