mercoledì, giugno 21, 2006

Ancora Totò "il campione" in aula

PALERMO - Per circa 3 ore il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, ha risposto alle domande dei pm Nino Di Matteo e Maurizio De Lucia. Si tratta dell'esame reso dal governatore nel processo in cui è imputato di favoreggiamento alla mafia. È la seconda udienza che i giudici dedicano all'interrogatorio di Cuffaro. L'esame di oggi è stato puntato dai pm sui presunti contatti che Cuffaro avrebbe avuto con esponenti di cosa nostra. Il governatore ha respinto tutte le accuse. I difensori hanno rinunciato al controesame e l'udienza è stata rinviata al 27 giugno prossimo. Nel corso dell'interrogatorio il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, ha chiarito subito ai giudici del tribunale di aver studiato bene le carte del suo processo in modo "da evitare i non ricordo" a cui spesso la scorsa settimana aveva fatto ricorso alle domande dei pm.
Il pm Maurizio De Lucia ha rivolto al governatore domande sulle dichiarazioni rese dal pentito Francesco Campanella, ex consigliere comunale di Villabate. Cuffaro ha respinto seccamente l'accusa di aver chiesto una tangente da cinque miliardi di vecchie lire per la realizzazione dell'ipermercato di Villabate. Secondo Campanella, Cuffaro avrebbe accennato alla richiesta della tangente durante una riunione con varie persone. "È un'accusa assurda, che mi offende - ha detto Cuffaro - e poi, lo avrei mai detto davanti a tutti?".
Il presidente della Regione ha trovato anche lo spazio per inserire una frecciata polemica, quando ha sottolineato di non voler utilizzare la frase "non ricordo" perchè, ha spiegato, "se lo dico poi i giornali ci fanno i titoli. Ci sono molte circostanze, però, che non mi risultano". A Cuffaro è stato chiesto di chiarire le 57 telefonate da lui ricevute e provenienti da numeri del Sismi, il servizio segreto militare. Il governatore ha spiegato di essere in rapporti di amicizia con un colonnello dei carabinieri che lavora nell'intelligence.
20/06/2006
Fonte: La Sicilia

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