FIRENZE - È iniziata poco dopo mezzogiorno la deposizione di Salvatore Grigoli, l'ex uomo d'onore della famiglia mafiosa di Brancaccio, autore di 50 omicidi - tra i quali quello di don Puglisi - e pianificatore, come membro del gruppo di fuoco organizzato dai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, delle stragi del '93. Collaboratore di giustizia dal 1997, Grigoli viene ascoltato in questo processo perchè incaricato di alcune estorsioni all'interno del mandamento.Il pentito, sollecitato dalle domande del pubblico ministero Alessia Sinatra, ha avuto una sola esitazione quando, rispondendo alla domanda sugli oltre 50 omicidi compiuti per conto di cosa nostra, ha pronunziato il nome di don Puglisi con un filo di voce. Poi, il pubblico ministero ha chiesto a Grigoli un riconoscimento fotografico e il collaboratore ha riconosciuto, nelle foto, Ludovico Sansone, uno degli imputati del processo per associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni in corso a Firenze."Sono moralmente colpevole del sequestro di Giuseppe Di Matteo. Ho partecipato soltanto al sequestro, sapevo che sarebbe dovuto tornare a casa dopo una decina di giorni. E invece è stato ucciso. Per questo me ne sento moralmente responsabile". Lo ha detto oggi Salvatore Grigoli che ha deposto, in qualità di collaboratore di giustizia, al processo contro Ludovico Sansone più 20, accusati tutti di associazione mafiosa ed estorsione.Giuseppe Di Matteo, 11 anni, figlio di Santo Di Matteo - primo collaboratore per la strage di Capaci - venne sequestrato il 23 novembre 1993 e tenuto prigioniero un anno e mezzo. Il piccolo fu infine ucciso e il suo corpo sciolto in un bidone di acido."La mia latitanza mi ha aiutato a riflettere", ha detto Grigoli che è rimasto alla macchia prima nel trapanese (sotto la tutela di Matteo Messina Denaro) e poi nel palermitano per due anni prima di venir arrestato. Proprio il giorno del suo arresto ha deciso di collaborare. "Insomma - ha detto Grigoli rivolto al presidente Balsamo - io sono l'autore dell'omicidio di don Puglisi. Ricordo perfettamente ogni momento: sono entrato, doveva sembrare una rapina, un colpo e via... lui mi ha guardato, mi ha detto "me lo aspettavo" e ha sorriso un attimo prima che io sparassi. Quel sorriso me lo porto ancora dentro".Al termine della deposizione, il presidente Balsamo ha sospeso l'udienza rinviando il processo al prossimo 11 maggio.
05/05/2006
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