giovedì, maggio 04, 2006

Arrestato nipote Provenzano

PALERMO - È stato arrestato dalla polizia il nipote del boss Bernardo Provenzano. Si tratta di Carmelo Gariffo, 47 anni, accusato di associazione mafiosa. Gli agenti della squadra mobile hanno notificato all'uomo un provvedimento di custodia cautelare firmato dal gip Antonella Consiglio, su richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dei sostituti Marzia Sabella e Michele Prestipino.Il nome di Gariffo viene fuori dai "pizzini" trovati nel covo del boss Provenzano al momento del suo arresto. Gli inquirenti hanno decrittato il numero (123) dietro cui si nascondeva il nome di Carmelo Gariffo Gli investigatori della Questura di Palermo sono riusciti a decrittarlo e a provare la responsabilità del nipote del padrino di Corleone su cui erano già state avviate indagini. L'uomo avrebbe svolto le funzioni di "segretario" del boss, gestendo appuntamenti, ricevendo "pizzini" dai vari gregari sparsi in tutta la Sicilia e organizzando anche i controlli medici a cui Provenzano si è sottoposto negli ultimi anni dopo l'intervento alla prostata fatto a Marsiglia.Il riferimento numerico a Gariffo è stato trovato in molti "pizzini" in cui si fa cenno a pagamenti di tangenti o altri affari illegali di Cosa nostra. Dall'inchiesta emerge, in particolare, che in alcuni casi accanto al "codice" di Gariffo compare nei "pizzini" un altro numero che coprirebbe il nome di un medico. Si potrebbe trattare del professionista che "aveva in cura" il boss durante la latitanza.A Provenzano, al momento dell'arresto, sono state trovate molte medicine, gran parte delle quali si possono acquistare solo dietro prescrizione medica. Molte confezioni, però, sono risultate "campioni gratuiti", non in commercio, e che potrebbero provenire direttamente da un medico. Gariffo già in passato era stato arrestato per associazione mafiosa ed era rimasto in carcere fino a pochi anni fa scontando la condanna che gli era stata inflitta. L'uomo era tornato a Corleone ed aveva iniziato, secondo l'accusa, ad occuparsi della famiglia del boss e della sua latitanza. L'arresto di Gariffo è il primo risultato investigativo avviato subito dopo la scoperta delle lettere custodite nella masseria in cui viveva Provenzano.Dalla lettura incrociata di tre lettere trovate nel covo in cui l'11 aprile è stato arrestato il boss Bernardo Provenzano, gli inquirenti hanno compreso che Carmelo Gariffo avrebbe dovuto curare il trasferimento dello zio in un altro nascondiglio. Secondo i pm, allo spostamento di Provenzano avrebbero dovuto contribuire altri fedelissimi del padrino di Corleone. Per il boss sarebbe stato scelto un luogo sicuro "al riparo - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di Gariffo - dagli sbirri. Lì un operatore sanitario (medico o infermiere), intorno al 20 aprile 2006, avrebbe dovuto praticare al capomafia una puntura e procedere ad alcuni prelievi".In particolare, tra la posta ritrovata a Provenzano, c'è una lettera, che è stata scritta da una persona indicata col numero 60, che secondo gli inquirenti potrebbe essere il medico o l'operatore sanitario. L'uomo, preoccupato per la salute del latitante, si dichiarava ampiamente disponibile a fargli l'iniezione ed i prelievi "per valutare i valori", cioè i risultati delle analisi da effettuare.
04/05/2006

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