martedì, aprile 11, 2006

Arrestato Provenzano

PALERMO - Il boss mafioso Bernardo Provenzano è stato arrestato dalla Polizia di Stato. Maglione, jeans e scarponcini. Così era vestito il capomafia nel momento in cui la polizia l'ha fermato nelle campagne di Corleone. Ad effettuare materialmente l'arresto sono stati gli uomini dello Sco e della squadra mobile di Palermo. Subito dopo il blitz Bernardo Provenzano ha ammesso la propria identità agli agenti dello Sco e della Mobile di Palermo che l'hanno bloccato. Dopo la sua identificazione, il boss è stato trasferito in una località segreta. In una tasca dei jeans aveva numerosi "pizzini", i foglietti con cui negli oltre 40 anni di latitanza ha continuato a comunicare e a impartire ordini ai suoi fedelissimi.Secondo quanto riferisce la polizia, la cattura è avvenuta all'interno di una masseria sita nei pressi di Corleone, dove il padrino, scarno in viso e smagrito, trascorreva la propria latitanza godendo degli appoggi di alcuni luogotenenti e dei parenti più stretti. L'individuazione del rifugio è stata possibile grazie a complesse attività di ricerca condotte da un pool di investigatori della Polizia di Stato che, da anni, dava la caccia al capo indiscusso di Cosa Nostra. Il capomafia non ha fatto alcuna resistenza all' arresto. Secondo gli inquirenti, Provenzano viveva nel casolare abbandonato in cui è stato bloccato. Accanto alla casa c'è un ovile. Nei casolari vicini sono in corso perquisizioni coordinate dai pm della dda Prestipino e Sabella. Diverse persone sarebbero state identificate.Gli investigatori hanno monitorato una serie di pizzini scritti dalla moglie di Provenzano ed a lui inviati per mezzo di una serie di staffettisti, che si alternavano fino a giungere a destinazione. In particolare, sono stati seguiti anche due pacchi che, dopo diverse tappe, sono giunti nella masseria situata nelle campagne di Corleone senza più riprendere il via. A seguito di questi dati, è stata decisa l'irruzione nel cascinale, che ha consentito di trovare e catturare il boss.Bernardo Provenzano era irreperibile dal 9 maggio del 1963, dopo l'ennesimo agguato della faida fra la cosca di Luciano Liggio, di cui faceva parte, e quella di Michele Navarra. Per ordine di Luciano Liggio avrebbero dovuto uccidere Francesco Paolo Streva, esponente del clan Navarra. Quella mattina, Streva riuscì a rispondere al fuoco e scampò alla morte. Fu poi ucciso il 10 settembre. Otto giorni dopo, i carabinieri denunciarono Provenzano: così il 18 settembre 1963 iniziava ufficialmente la latitanza della primula rossa di Corleone. Del boss non restava che una foto segnaletica scattata il 18 settembre 1959.
11/04/2006

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