PALERMO - "Ho paura soprattutto per la mia famiglia, ma non faccio alcun passo indietro, manterrò gli impegni presi; domani sarò a Barcellona Pozzo di Gotto in un liceo per parlare di lotta alla mafia". Sonia Alfano è turbata per quello che definisce "un tentativo di intimidazione che segue quelli che si sono susseguiti dopo l'omicidio di mio padre".La Alfano, figlia del giornalista Beppe ucciso dalla mafia a Barcellona l'8 gennaio del 1993, qualche giorno fa a Palermo è stata affiancata da due uomini in moto con il casco integrale: il passeggero seduto dietro le ha mostrato, impugnandola, una pistola. I due si sono poi allontanati imboccando una strada a senso vietato. A scuotere la donna è soprattutto il pensiero di avere lasciato i figli più piccoli a scuola pochi minuti prima che i due sconosciuti le si avvicinassero. "Ma non mi arrendo - dice -, vado avanti nella mia battaglia, voglio che esca fuori tutta la verità sulla morte di mio padre".Quella di giovedì scorso è l'ultima di una serie di intimidazioni subite dalla famiglia di Beppe Alfano. Sonia, 37 anni e madre di tre figli, collega l'episodio di giovedì scorso, al suo impegno che in questi ultimi mesi l'ha condotta spesso a Barcellona Pozzo di Gotto per partecipare a convegni e iniziative contro la mafia. "Negli ultimi tre mesi - dice - sono stata molto presente a Barcellona, e per la prima volta ho constatato la vicinanza della gente che mi ha incitata a continuare, riconoscendo in me una delle poche persone che ha il coraggio di fare i nomi dei mafiosi. Credo che il gesto intimidatorio sia riconducibile al mio impegno".Per il suo avvocato, Fabio Repici, "è solo l'ultimo e il più eclatante fra i segnali di attenzione subiti negli ultimi tempi da Sonia in coincidenza, non so quanto causale, con l'intensificarsi del suo impegno di denuncia antimafia e delle iniziative promosse a Barcellona Pozzo di Gotto per sottrarre al giogo mafioso la città nella quale suo padre è stato ucciso"."Rincuora - ha concluso l'avvocato Repici - la solidarietà ricevuta da tanti personaggi, noti e meno noti, impegnati sulla trincea della legalità. Sconforta, però, il torpore mostrato fino ad ora degli apparati istituzionali".Anche Salvatore Cuffaro, presidente della Regione siciliana, ha espresso "la piena solidarietà e la vicinanza dell'istituzione che rappresento a Sonia Alfano per le gravissime intimidazioni ricevute. La battaglia di verità che sta conducendo è un esempio per tutti noi. Sonia si batte con immenso coraggio per conoscere la verità, tutta la verità, sulla tragica morte del padre e il suo impegno deve essere sostenuto e condiviso da tutti i siciliani".Per Rita Borsellino, candidata dell'Unione alla presidenza della Regione, "l'intimidazione nei confronti di Sonia Alfano è il segno di come Cosa Nostra sia infastidita dalla denuncia costante e continua. E' grave l'escalation di tutti questi segnali. Io e Sonia abbiamo partecipato proprio qualche giorno fa a un dibattito a Messina e la sua testimonianza è stata, come sempre, tra le più efficaci e importanti. Il cammino di educazione alla legalità è lento e difficile ma nessuno potrà fermarlo".
20 Marzo 2006
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