PALERMO - I carabinieri del nucleo operativo e gli agenti della squadra mobile hanno sequestrato il bar ristorante Bristol, in via Emerico Amari a Palermo, su ordine del gip Pasqua Seminara. Il provvedimento scaturisce dall' inchiesta che ieri ha portato a 18 arresti dopo l'indagine coordinata dai pm della Dda di Palermo, Giuseppe Pignatone, Michele Prestipino, Maurizio de Lucia e Nino Di Matteo sulla cosca mafiosa di Villabate.Il Bristol è un grandissimo locale, ristrutturato recentemente, che si trova davanti il porto. Secondo il pentito Francesco Campanella il bar Bristol sarebbe stato acquistato e ristrutturato da alcune persone vicine ai mafiosi di Villabate, con somme di provenienza illecita, in particolare dal traffico di cocaina proveniente dal Sudamerica.Il Bristol era un ritrovo storico per la città: frequentato per anni dai viaggiatori che si dovevano imbarcare su traghetti ed aliscafi, impiegati di banca e della Camera di commercio, giornalisti, che andavano a prendere un caffè o uno spuntino nella tavola calda in funzione da Mezzogiorno. Il nuovo locale, aperto da un paio d'anni e ristrutturato completamente con materiali e arredi di lusso, è costato centinaia di migliaia di euro e dà lavoro ad almeno 20 persone. Oltre al servizio di bar offre anche quelli di pizzeria, ristorante e pasticceria.Il presunto mafioso Nicola Mandalà, si legge nell' ordinanza di custodia cautelare che riguarda gli arresti di ieri, andava spesso nel bar, soprattutto da quando il marito della titolare, Francesco Colletti, ieri arrestato per mafia ma già agli arresti domiciliari per spaccio di droga e suo fedelissimo, aveva ricevuto la autorizzazione dal tribunale ed era tornato nel Bristol per lavorare.Secondo gli inquirenti, la pasticceria sarebbe stata in realtà proprio di Colletti: la moglie non sarebbe che una prestanome. L'attività commerciale, secondo il gip, "costituirebbe frutto del profitto dell'attività mafiosa dello stesso". La circostanza viene confermata anche dal pentito Francesco Campanella, ex presidente del consiglio Comunale di Villabate. "Colletti non era uno raccomandabile - ha detto agli inquirenti Campanella - Era referente per gli stupefacenti ed era uomo di fiducia di Antonino Mandalà e prima del 2000 piazzava slot machines truccate che rendevano bene in una serie di locali di Villabate".
8 Marzo 2006
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