CATANIA - È stata aggiornata al prossimo 18 aprile l'udienza preliminare in cui il Gup di Catania, Antonino Caruso, deciderà se rinviare a giudizio il sindaco Umberto Scapagnini e otto ex assessori della sua giunta in carica nel 2005. Al centro dell'inchiesta vi sono i contributi previdenziali pagati dal Comune ai propri dipendenti per i danni da cenere lavica tre giorni prima del voto amministrativo nel capoluogo etneo.Nel corso dell' udienza il sostituto procuratore Ignazio Fonzo ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio, mentre gli avvocati degli imputati hanno chiesto il proscioglimento dei loro assistiti. Resta da discutere la posizione di uno degli imputati.Il procuratore Mario Busacca e i sostituti Francesco Puleio e Ignazio Fonzo nei giorni scorsi avevano ipotizzato i reati di abuso d'ufficio e violazione della legge elettorale. Oltre all'allora sindaco, poi riconfermato, Umberto Scapagnini, sono imputati gli ex assessori: Nino Strano, Fabio Fatuzzo, Orazio D'Antoni, Angelo Rosano, Antonino Nicotra, Filippo Grasso, Ignazio De Mauro e Rosario D'Agata. Al centro dell'inchiesta ci sono due delibere comunali per la restituzione dei contributi previdenziali il cui prelievo doveva essere sospeso durante l'emergenza cenere lavica creata da una fase eruttiva dell'Etna. Per questo i circa 4 mila dipendenti comunali avrebbero ricevuto in busta paga una somma compresa tra i 300 e i mille euro, che dovranno restituire senza interessi in 11 anni al loro ente previdenziale.
10 Marzo 2006
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