PALERMO - Una operazione antimafia coordinata dalla Dda di Palermo ha portato all'arresto di dodici tra politici, imprenditori e impiegati comunali, fermati dai carabinieri della compagnia di Termini Imerese. I militari hanno eseguito le dodici ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Antonio Caputo, su richiesta del procuratore aggiunto Sergio Lari e dei pm della Dda Lia Sava, Costantino Derobio e Michele Prestino.L'inchiesta ha preso il via dalle indagini per la ricerca del boss latitante Salvatore Rinella, arrestato nel 2003. Sono finiti in manette esponenti e favoreggiatori dei boss del mandamento mafioso di Caccamo e fra loro anche l'ex sindaco di Trabia e l'attuale capo ufficio tecnico del comune, oltre a vari imprenditori che hanno interessi economici tra Termini Imerese e Bagheria. L'inchiesta è basata in gran parte su intercettazioni ambientali e telefoniche, che riguardano, oltre al pilotaggio degli appalti pubblici e delle estorsioni, anche il sistema di controllo sulla politica e le passate campagne elettorali. Tra le persone arrestate c'è l'ex sindaco di Trabia, Giuseppe Di Vittorio (Forza Italia), accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, il capo dell'ufficio tecnico del Comune, Giovanni Ciaccio, e l'imprenditore Salvatore Buttitta.Le indagini sono uno sviluppo di quelle che erano state avviate nel 1999 per le ricerche dell'allora latitante Salvatore Rinella. Sono state messe in luce le infiltrazioni dei capimafia nella vita amministrativa ed economica di Trabia, grazie anche al ruolo dell'ex sindaco Di Vittorio, indicato come il referente del boss. Secondo il collaboratore di giustizia Antonino Giuffrè "a Trabia ci sono sempre stati sindaci che erano nelle mani di cosa nostra". Il pentito descrive il paese come una "roccaforte" dei mafiosi, dove un solo sindaco, racconta Giuffrè, "non è stato nelle mani dei boss" e si chiama Di Vittorio, omonimo dell'indagato arrestato oggi. Nelle intercettazioni effettuate a Trabia - secondo quanto risulta da atti dell' inchiesta - emerge, inoltre, l'interessamento dei mafiosi nella campagna elettorale di un avvocato penalista che è stato poi eletto alla Camera dei Deputati. I boss, da quanto emerge dalle registrazioni, si sarebbero dati da fare per far votare il penalista. Un filone d'indagine ha riguardato anche la gestione di appalti pubblici e una serie di estorsioni. Tra gli arrestati anche due coniugi, Giovanni e Rosanna La Barbera, che secondo i carabinieri favorirono la latitanza di Rinella."Gli uomini di Cosa nostra si infiltrano nelle amministrazioni comunali tanto da gestire direttamente le attività economiche e politiche di un paese. E tutto ciò si ripercuote nella politica, da quella locale fino a quella regionale e nazionale". Così Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia, commenta l'inchiesta della Dda di Palermo che stamani ha portato all'arresto nel palermitano di politici locali, impiegati comunali e imprenditori perchè accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. "I boss - afferma Grasso - si annidano nelle amministrazioni locali e le inchieste delle Dda siciliane dimostrano sempre più spesso questo intreccio". Il capo della Dna si è complimentato, infine, con i magistrati della procura di Palermo che hanno coordinato l'inchiesta.Le persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta coordinata sulla cosca mafiosa di Trabia sono: Giuseppe Di Vittorio, di 60 anni, ex sindaco di Trabia; Giuseppe Mario Conti, di 43; Salvatore La Barbera, di 52; Innocenzo Ponziano, di 37; Giovanni La Barbera, di 33; Rosanna Modica, di 30; Giovanni Ciaccio, di 66; Francesco Virga, di 60; Andrea Anello, di 56 e Salvatore Buttitta, di 81, a quest'ultimo sono stati concessi gli arresti domiciliari. In carcere il provvedimento è stato notificato a Diego Rinella.
16 Febbraio 2006
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