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Se pensi che la mafia possa essere in qualche modo positiva o possa aiutare la Sicilia per favore esci da questo blog!
giovedì, agosto 31, 2006
mercoledì, agosto 30, 2006
martedì, agosto 29, 2006
Indignazione...
Permettetemi di sottolineare una cosa che mi ha dato enormemente fastidio.
Oggi 29 Agosto 2006 si celebra l'anniversario della morte dell' imprenditore Libero Grassi, ucciso dalla mafia nel 1991. Vi sono state manifestazioni e conferenze in molte parti della Sicilia per ricordare uno dei pionieri dell' antiracket e che ha perso la vita per questo ideale.
Ed è così fastidioso navigare su internet e non trovare neanche una riga su Libero Grassi su siti come Larepubblica.it, unità.it o il corriedellasera.it e trovare invece notizie in bella mostra come: Basta veline e modelle, i calendari 2007 sono delle belle e impossibili...
Ho due parole stampate in testa: Rabbia e Indignazione.
Saverio Fuccillo
29 - 08 - 06
Fonte: Me stesso
Oggi 29 Agosto 2006 si celebra l'anniversario della morte dell' imprenditore Libero Grassi, ucciso dalla mafia nel 1991. Vi sono state manifestazioni e conferenze in molte parti della Sicilia per ricordare uno dei pionieri dell' antiracket e che ha perso la vita per questo ideale.
Ed è così fastidioso navigare su internet e non trovare neanche una riga su Libero Grassi su siti come Larepubblica.it, unità.it o il corriedellasera.it e trovare invece notizie in bella mostra come: Basta veline e modelle, i calendari 2007 sono delle belle e impossibili...
Ho due parole stampate in testa: Rabbia e Indignazione.
Saverio Fuccillo
29 - 08 - 06
Fonte: Me stesso
Commemorazione Libero Grassi
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Partecipano il sottosegretario all'Interno, Ettore Rosato, il commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Raffaele Lauro, e i componenti del Comitato di solidarieta' per le vittime dell'estorsione e dell'usura. Presenti anche il questore Giuseppe Caruso, i vertici di Guardia di finanza e carabinieri, il prefetto Giosue' Marino. Alle 11, in prefettura, incontro con le associazioni antiracket siciliane aderenti alla Fai.
Alle 12, conferenza stampa. Per Pina Maisano, l'imprenditore, "era una persona molto libera che esercitava la sua professione con grande coscienza e liberta'. Lui spesso scherzava dicendo che il suo nome, in realta', era un'etica e un destino". Con un velo di rammarico rivela il suo desiderio: "Vorrei che i palermitani vivessero in modo piu' consapevole, come i giovani del comitato Addiopizzo che, nonostante certe critiche qualunquiste, vanno avanti con le loro iniziative. Libero sarebbe stato sicuramente al loro fianco".
E stasera, alle 21, per il secondo anno il comitato Addiopizzo ricordera' il coraggioso imprenditore: in programma al "Kursaal Tonnara - Vergine Maria", il dibattito "Dall'omicidio di Libero Grassi a oggi: mafia e antimafia, racket e antiracket" al quale interverranno don Luigi Ciotti, il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, e il presidente del centro di documentazione Impastato, Umberto Santino, moderati dal giornalista Gianni Manzo. Gli attori Renato Scarpa e Claudio Gioe' interpreteranno brani dedicati a Libero Grassi. In chiusura concerto degli Stormy Weather. E la Confesercenti ha deciso di tappezzare la citta' di manifesti per invitare i commercianti a ribellarsi al racket: "Oggi i boss sono dietro le sbarre - dice il presidente regionale di Confesercenti, Giovanni Felice - la magistratura ha inflitto duri colpi alla cupola, ci sono le associazioni antiracket, i cittadini e gli organismi istituzionali che partecipano alla lotta contro la mafia. Ora che il sistema e' cambiato, i commercianti possono e devono denunciare i loro aguzzini".
29/08/2006
Fonte: La Sicilia
Ricordando Libero Grassi
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Aveva rilasciato interviste, era andato in tv Libero Grassi perchè, come dice oggi la moglie, l'ex senatrice Verde Pina Maisano "aveva dignità del suo lavoro". Raccontò della visita del geometra Anzalone, nella sua fabbrica di corredi e biancheria intima, che gli chiedeva la tangente. Credeva che circondandosi di notorietà e di solidarietà, rendendo pubblici i meccanismi dell' estorsione, la tecnica usata, sarebbe stato protetto e i boss lo avrebbero lasciato in pace. Ma non fu così. Il rampollo di una delle famiglie mafiose più violente e criminali, Salvatore Madonia, gli puntò la pistola alla testa, e fece fuoco appoggiato da un complice che poi collaborò con la giustizia e fece chiarezza su uno degli omicidi più dirompenti avvenuti in Italia. Non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi, Madonia, e gli sparò alle spalle.
Domani si svolgeranno iniziative e manifestazioni a Palermo proprio davanti a quel muro con la lapide che ricorda il delitto. Parteciperanno magistrati, il prefetto Giosuè Marino, il sottosegretario all'Interno Ettore Rosato, il commissario nazionale antiracket Raffaele Lauro, politici, forse i familiari. Alle 21 al Kursaal tonnara in via Bordonaro è stato organizzato un dibattito cui parteciperanno il procuratore Francesco Messineo e don Luigi Ciotti.
Sono trascorsi quindici anni da quel giorno e nel corso del tempo si sono sviluppati movimenti siciliani antiracket prima inesistenti, è nato il comitato dei giovanissimi di "Addio pizzo" che tappezza saracinesche e quartieri di volantini contro la mafia (ragazzi che Pina Maisano definisce i miei nipotini). Il fenomeno del racket, uno dei filoni criminali più remunerativi per le cosche, è stato notato a livello nazionale, ma a fianco di queste novità positive la cronaca segna gli arresti periodici dei boss del pizzo. I magistrati registrano i colloqui tra i mafiosi e gli imprenditori, scoprono elenchi che contengono tutte le vittime che spesso non ammettono davanti al magistrato di pagare e favoriscono così gli estorsori, e siedono accanto ai loro aguzzini sul banco degli imputati. Addirittura pochi mesi fa da un' inchiesta è emerso che i boss invitavano un grandissimo commerciante palermitano (che fattura milioni di euro l'anno) ad iscriversi ad un' associazione antiracket per "mescolare le carte". E intanto gli chiedevano soldi e assunzioni.
"I mafiosi - dice la vedova Grassi - non sono stupidi e sanno cosa fanno. La nostra associazione antiracket quando sente odor di bruciato si rivolge alla prefettura o alla procura per sapere come stanno le cose. Palermo - aggiunge - oggi mi appare ancora opulenta e godereccia. Spesso mi chiedo da dove vengano tutti questi soldi". La Confesercenti in occasione dell' anniversario farà affiggere in tutta la città dei manifesti per ricordare l' omicidio. Oltre alla foto dell' imprenditore ci sono quelle di Riina e Provenzano con la scritta "Libero Grassi era solo, loro erano liberi. Non siamo più soli liberiamoci da racket".
Il deputato dell' Idv, Leoluca Orlando, che fu a lungo sindaco di Palermo, dice: "La morte di Grassi è stato un momento tragico per la nostra città ma ha anche segnato una svolta. Se oggi sono sempre di più i commercianti che rifiutano di pagare il pizzo e collaborano con le forze dell'ordine, se iniziative come 'Addio Pizzo' si affermano, se la cultura della legalità è più diffusa nelle nostre comunità lo si deve anche al coraggio e alla determinazione di questo imprenditore, di quest'uomo che ha pagato il prezzo più alto per la propria libertà e la propria dignità ".
A Catania i vertici della Confesercenti provinciale parteciperanno domani a Palermo alla cerimonia commemorativa del 15/mo anniversario dell' omicidio. Vi prenderanno parte il direttore Alberto Sozzi, il condirettore Salvo Politino e Gabriella Guerini, membro del coordinamento nazionale SoS Impresa, insieme a numerosi soci ed imprenditori delle associazioni antiracket ed antiusura della provincia di Catania.
"Il nostro concittadino Libero Grassi - ha detto il presidente della Confesercenti di Catania Maurizio Morabito - è per noi un punto di riferimento". "Per le istituzioni e per l' intera società - ha aggiunto Alberto Sozzi - la sua uccisione mette in luce la devastante e destabilizzante potenzialità del crimine organizzato. Ecco perchè, dopo il suo omicidio, l' impegno antiracket ha assunto una consapevolezza maggiore: combattere questa piaga è possibile, ma attraverso la condivisione e la responsabilizzazione di tutti".
28/08/2006
Fonte: La Sicilia
Munafò respinge le accuse
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Ha detto che la notte dell'omicidio sarebbe stato a Patti e sarebbe stato visto in vari locali della zona da molte persone. Inoltre, con la sua auto si sarebbe recato in autostrada, ipotesi che può essere verificata attraverso le immagini delle telecamere del casello. Munafò ha anche assicurato di aver fatto diverse telefonate la sera dell'omicidio che confermerebbero il suo alibi.
L'uomo ha infine dichiarato di non aver mai bruciato nel 2003 quattro escavatori a Rottino, con cui era in concorrenza per la gestione del settore di movimento terra nel barcellonese e per la leadership all'interno del clan di Mazzara Sant'Andrea, dopo l' arresto del presunto boss della zona, Carmelo Bisognano. Il gip si è dunque riservato di decidere sulla convalida del fermo dell' uomo.
28/08/2006
Fonte: La Sicilia
domenica, agosto 27, 2006
Un fermo per l'omicidio Rottino
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Fonte: La Sicilia
sabato, agosto 26, 2006
Settimana antimafia a Pavia
COMUNICATO STAMPA
“MAFIE: LEGALITA’ E ISTITUZIONI: seconda settimana di iniziative sul tema della lotta alla criminalità organizzata”
PAVIA: SETTIMANA “ANTIMAFIA” ORGANIZZATA DAL Coordinamento per il diritto allo studio-U.D.U. DAL 2 AL 6 OTTOBRE
Il via lunedì 2 ottobre, con l’inaugurazione della mostra “multimediale”, con foto, interviste e filmati che documentano le esperienze dei ragazzi che sono venuti a contatti con realtà di lotta alla criminalità. Martedì 3 gli interventi del Dott. Gian Carlo Caselli e Mercoledì 4 si parla di mafia, lavoro, impegno sociale e impresa con la senatrice Pina Malsano, i ragazzi del comitato “AddioPizzo” di Palermo. Giovedì 5 la conclusione, con il concerto dei Trinacrew.
Pavia, 29 Luglio – Per il terzo anno consecutivo vogliamo proporre una settimana di iniziative sul tema della lotta alla mafia. L’intento è quello di promuovere una cultura della legalità attraverso incontri, conferenze, musica e, rivolti agli studenti e all’intera comunità cittadina. Anche per quest’anno infatti abbiamo pensato di mantenere la struttura degli anni passati articolando la settimana in diversi momenti cercando così da tracciare un quadro esaustivo nell’analisi del tema. Dal 2 al 5 ottobre presso l’università di Pavia.
dal 2 al 6 ottobre
Il primo giorno, Lunedì 2, a partire dalle ore 18.30, s’innaugura la mostra fotografica di fronte alla città, alle autorità, alla stampa per spiegare il senso della settimana e per porgere il nostro invito per gli eventi che seguiranno. Si offriranno, come aperitivo, prodotti di cooperative locali calabresi e siciliane.
Giorno 3, ore 21.00, presso l’aula del ‘400 si terrà la prima delle conferenze dal titolo “Mafia e Politica”. Scopo della conferenza è quello di ripercorrere l’evoluzione dei rapporti intercorsi tra la Mafia e il potere politico, nel corso della storia della nostra Repubblica. Cercheremo di individuare, attraverso l’esperienza dei nostri ospiti, le nuove modalità di dialogo confrontandole con quelle del passato, analizzando il fenomeno dal punto di vista politico, tecnico e storico. Interverranno: dott Gian Carlo Caselli, procuratore presso la Procura della Repubblica di Torino e modererà l’incontro il prof. Vittorio Grevi, docente di Procedura penale presso l’università di Pavia.
Mercoledì 4, sempre in aula del ‘400, si terrà la seconda conferenza dal titolo “Mafia o sviluppo?”. Si vuole fornire una panoramica sulla realtà territoriale della lotta alla mafia, grazie alla testimonianza di associazioni locali, giornalisti e sindacati. La “tranquillità ambientale” intesa come assenza di meccanismi di prevaricazione sociale, rappresenta l’unica via per raggiungere un pieno sviluppo economico al sud come al nord. Durante la serata interverranno la sen. Pina Malsano, presidente dell’osservatorio “Libero Grassi”e un rappresentante del comitato “AddioPizzo” di Palermo.
La serata del 5 sarà dedicata, a partire dalle ore 22.00, alle musica e allo spettacolo. I Trinacrew, nota band reggae siciliana.
Coordinamento per il diritto allo studio-U.D.U.
Via Bordoni n°3, 27100
Pavia. Tel. E Fax O38221172
“MAFIE: LEGALITA’ E ISTITUZIONI: seconda settimana di iniziative sul tema della lotta alla criminalità organizzata”
PAVIA: SETTIMANA “ANTIMAFIA” ORGANIZZATA DAL Coordinamento per il diritto allo studio-U.D.U. DAL 2 AL 6 OTTOBRE
Il via lunedì 2 ottobre, con l’inaugurazione della mostra “multimediale”, con foto, interviste e filmati che documentano le esperienze dei ragazzi che sono venuti a contatti con realtà di lotta alla criminalità. Martedì 3 gli interventi del Dott. Gian Carlo Caselli e Mercoledì 4 si parla di mafia, lavoro, impegno sociale e impresa con la senatrice Pina Malsano, i ragazzi del comitato “AddioPizzo” di Palermo. Giovedì 5 la conclusione, con il concerto dei Trinacrew.
Pavia, 29 Luglio – Per il terzo anno consecutivo vogliamo proporre una settimana di iniziative sul tema della lotta alla mafia. L’intento è quello di promuovere una cultura della legalità attraverso incontri, conferenze, musica e, rivolti agli studenti e all’intera comunità cittadina. Anche per quest’anno infatti abbiamo pensato di mantenere la struttura degli anni passati articolando la settimana in diversi momenti cercando così da tracciare un quadro esaustivo nell’analisi del tema. Dal 2 al 5 ottobre presso l’università di Pavia.
dal 2 al 6 ottobre
Il primo giorno, Lunedì 2, a partire dalle ore 18.30, s’innaugura la mostra fotografica di fronte alla città, alle autorità, alla stampa per spiegare il senso della settimana e per porgere il nostro invito per gli eventi che seguiranno. Si offriranno, come aperitivo, prodotti di cooperative locali calabresi e siciliane.
Giorno 3, ore 21.00, presso l’aula del ‘400 si terrà la prima delle conferenze dal titolo “Mafia e Politica”. Scopo della conferenza è quello di ripercorrere l’evoluzione dei rapporti intercorsi tra la Mafia e il potere politico, nel corso della storia della nostra Repubblica. Cercheremo di individuare, attraverso l’esperienza dei nostri ospiti, le nuove modalità di dialogo confrontandole con quelle del passato, analizzando il fenomeno dal punto di vista politico, tecnico e storico. Interverranno: dott Gian Carlo Caselli, procuratore presso la Procura della Repubblica di Torino e modererà l’incontro il prof. Vittorio Grevi, docente di Procedura penale presso l’università di Pavia.
Mercoledì 4, sempre in aula del ‘400, si terrà la seconda conferenza dal titolo “Mafia o sviluppo?”. Si vuole fornire una panoramica sulla realtà territoriale della lotta alla mafia, grazie alla testimonianza di associazioni locali, giornalisti e sindacati. La “tranquillità ambientale” intesa come assenza di meccanismi di prevaricazione sociale, rappresenta l’unica via per raggiungere un pieno sviluppo economico al sud come al nord. Durante la serata interverranno la sen. Pina Malsano, presidente dell’osservatorio “Libero Grassi”e un rappresentante del comitato “AddioPizzo” di Palermo.
La serata del 5 sarà dedicata, a partire dalle ore 22.00, alle musica e allo spettacolo. I Trinacrew, nota band reggae siciliana.
Coordinamento per il diritto allo studio-U.D.U.
Via Bordoni n°3, 27100
Pavia. Tel. E Fax O38221172
giovedì, agosto 24, 2006
Due arresti per estorsione
AUGUSTA - Due arresti a Francofonte per tentata estorsione ai danni del gestore di un locale di ritrovo per giovani. Gaetano Arceri 22 anni e Emanuele Muratore 23 anni sono stati scoperti, secondo l'accusa, dal titolare del pub mentre stavano danneggiando la saracinesca dell'esercizio pubblico. Il proprietario è stato aggredito e minacciato. I carabinieri chiamati anche da altre persone che avevano assistito alla scena hanno arrestato i due francofontesi.
24/08/2006
Fonte: La Sicilia
24/08/2006
Fonte: La Sicilia
L'omicidio oscuro
PALERMO - "È un delitto di difficile lettura, dove la personalità della vittima, incensurata e assolutamente sconosciuta alle forze dell'ordine, è in netto contrasto con le modalità di esecuzione così eclatanti". È il giudizio del procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, sull'omicidio di Giuseppe D'Angelo, di 63 anni, ucciso ieri a colpi d'arma da fuoco a Palermo, nella borgata di Sferracavallo, davanti a un negozio di ortofrutta. "Se rimane un episodio isolato - ha aggiunto Messineo - non significa nulla e speriamo di venirne a capo presto. Se invece dovesse essere seguito da altri episodi allora la cosa potrebbe assumere contorni ben diversi e giustificare qualche preoccupazione. Ma è ancora troppo presto per dirlo, così come è presto per ipotizzare un collegamento con Salvatore Lo Piccolo, solo sulla scorta del territorio sul quale è stato commesso.
Anche in questo caso le chiavi di lettura potrebbero essere contrastanti: potrebbe avere dato l'autorizzazione all'agguato così come un delitto così eclatante commesso 'a casa suà potrebbe essere in suo danno. Non mi piace fare ipotesi al buio così come trovo ardito un collegamento alla recente operazione Gotha".
23/08/2006
Fonte: La Sicilia
Anche in questo caso le chiavi di lettura potrebbero essere contrastanti: potrebbe avere dato l'autorizzazione all'agguato così come un delitto così eclatante commesso 'a casa suà potrebbe essere in suo danno. Non mi piace fare ipotesi al buio così come trovo ardito un collegamento alla recente operazione Gotha".
23/08/2006
Fonte: La Sicilia
martedì, agosto 22, 2006
Tanto sangue in Sicilia...
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22/08/2006
Fonte: La Sicilia
Intimidazione a Menfi
MENFI (AGRIGENTO) - Intimidazione ad un agricoltore di Menfi, tagliate 300 viti. Ad essere colpito è stato un vigneto in contrada Genovese di proprietà del belicino Gaspare Bulli. L'episodio è avvenuto a due giorni di distanza di uno analogo di cui è stato vittima Nino Verderame che è anche componente del consiglio di amministrazione delle cantine Settesoli. Indagano i carabinieri.
22/08/2006
Fonte: La Sicilia
22/08/2006
Fonte: La Sicilia
Ondata di attentati a Gela
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Infine, nel rione Sant'Ippolito, stessa sorte è toccata ad altre due automobili, una "Autobianchi Y 10" e una Fiat Uno. Sabato un centinaio di cassette di plastica, adibite al trasporto della frutta, erano state date alle fiamme da sconosciuti, a ridosso di un allevamento di maiali. Il fuoco ha causato anche la morte di un suino e il danneggiamento di una Mercedes. Il sindaco, Rosario Crocetta, ha scritto al ministero dell' Interno chiedendo misure appropriate all'emergenza Gela. "Occorre reagire - scrive Crocetta - occorre che lo Stato intensifichi la sua presenza nel territorio al di là dei parametri burocratici per abitanti". "Ritengo - conclude il sindaco - che ci siano tutte le condizioni per elevare Gela a rango di questura speciale per garantire l'ordine democratico e sconfiggere la criminalità in una fase in cui la società gelese sta fortemente reagendo". 21/08/2006
Fonte: La Sicilia
sabato, agosto 12, 2006
Revocato 41 bis...
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12/08/2006
Fonte: La Sicilia
venerdì, agosto 11, 2006
Provenzano è tranquillo
TERNI - È un Bernardo Provenzano sempre silenzioso e tranquillo quello recluso nel carcere di Terni da subito dopo il suo arresto. Il boss non ha fatto commenti nemmeno sulla notizia dell'arresto di quelli che vengono considerati dagli investigatori due suoi fiancheggiatori. A confermarlo è stato il direttore del carcere di Terni, Francesco Dell'Aira a margine di una conferenza stampa nella quale è stato presentato dal Cesvol, un kit di prima emergenza destinato ai detenuti che hanno beneficiato dell'indulto. Secondo Dell'Aira, Provenzano in carcere "si trova in una situazione di totale tranquillità, sta bene".
11/08/2006
Fonte: La Sicilia
11/08/2006
Fonte: La Sicilia
I postini non rispondono...
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11/08/2006
Fonte: La Sicilia
giovedì, agosto 10, 2006
Due arresti nel palermitano
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L'operazione, coordinata dal procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Giuseppe Pignatone e dai sostituti Michele Prestipino e Marzia Sabella, rientra nell'ambito delle indagini sui soggetti che, a vario titolo, hanno garantito la latitanza del boss Bernardo Provenzano. In particolare l'inchiesta che ha portato all'emissione delle due ordinanze, cominciata prima della cattura del capomafia di Corleone, ha per oggetto l'identificazione del medico che negli ultimi anni ha prestato le cure al padrino.
In manette sono finiti Francesco Grizzaffi, corleonese, 53 anni, e Liborio Spatafora, 57 anni, anch'egli di Corleone. Per entrambi le accuse sono di associazione mafiosa ed estorsione. Secondo gli investigatori Grizzaffi sarebbe stato tra i "postini" incaricati di smistare la corrispondenza tenuta, durante la latitanza, dal capomafia con gli uomini d'onore.
Entrambi avrebbero poi riscosso il pizzo, per conto del padrino di Corleone, dall'imprenditore Salvatore Romeo a cui avrebbero estorto 30 mila euro.
Gli inquirenti, nel corso dell'operazione, hanno perquisito la casa e lo studio di Salvatore Spatafora, 60 anni, medico, fratello di Liborio. Gli investigatori sospettano che sia lui il medico che ha curato il padrino di Corleone durante la latitanza. A carico di Spatafora ci sarebbero le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia ed elementi trovati nei pizzini sequestrati nel covo in cui venne arrestato Bernardo Provenzano.
Spatafora, corleonese vive e esercita la professione a Palermo e gestisce insieme al fratello l'azienda agricola di famiglia. Perquisizioni sono state eseguite anche nell'abitazione di Giovanni Grizzaffi, detenuto, fratello di Francesco, arrestato nel blitz, e nella casa di Leoluca Bonanno.
L'arresto di Liborio Spatafora e Francesco Grizzaffi, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe scongiurato un omicidio. Dall'inchiesta sarebbe emerso che Spatafora, attraverso Francesco Grizzaffi, aveva chiesto a Bernardo Provenzano l'autorizzazione ad eliminare un suo rivale, Michele Governali. Nel covo di Montagna dei Cavalli in cui è stato arrestato il capomafia di Corleone è stata trovata una lettera, indirizzata a Provenzano, scritta da Grizzaffi. "Carissimo zio - scrive Grizzaffi al boss - non so se tu già lo sai ma io devo dare una risposta a Lillo Spatafora che ha una questione con Michele Governali con cui da sempre ha diverbi. Ora Lillo vuole essere autorizzato a levarselo di torno ed io gli dissi che ne dovevo parlare e gli davo una risposta".
Il ritrovamento della missiva ha anche consentito agli investigatori di riaprire le indagini su Grizzaffi archiviate in precedenza
10/08/2006
Fonte: La Sicilia
mercoledì, agosto 09, 2006
Trovato cimitero mafioso
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Secondo indiscrezioni le ossa umane sarebbero state individuate da un cacciatore che cercava origano, pianta comune nella zona, che è stato attirato dall'anfratto che poteva essere una tana d'istrice o di conigli.
Nel corso dell'ispezione gli agenti della polizia scientifica hanno raccolto numerosi reperti e li hanno portati nell'Istituto di Medicina legale del Policlinico. Gli specialisti cercheranno di dare le prime risposte ai tanti interrogativi investigativi a cominciare dall'età delle vittime e dal periodo in cui sono morte.
09/08/2006
Fonte: La Sicilia
Arrestato latitante
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09/08/2006
Fonte: La Sicilia
Confermato 41 bis a Troia
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Secondo la prima sezione penale della Suprema Corte - sentenza 28382 - il tribunale bolognese ha considerato opportunamente "i molteplici elementi dai quali desumere l'attualità dei legami mantenuti con il contesto delinquenziale del Troia, inserito nell'organizzazione criminale con il ruolo apicale di capo della famiglia mafiosa di Capaci (tutt'ora operante e pericolosa)".
Il boss deve scontare diversi ergastoli per omicidio. Secondo gli inquirenti, avrebbe anche partecipato alla preparazione della strage di Capaci nella quale furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.
Antonino Troia, per i supremi giudici, "è stato protagonista di vicende giudiziarie di estrema gravità" e non ha manifestato alcun "comportamento sintomatico di ravvedimento e di rescissione del vincolo con l'organizzazione di appartenenza". Per la Cassazione quindi il ricorso è "inammissibile". Al boss saranno addebitate le spese processuali sostenute per il ricorso ed una multa di 500 euro da versare alla Cassa delle ammende.
08/08/2006
Fonte: La Sicilia
Grandi sequestri da parte della dia
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I carabinieri del comando provinciale di Caltanissetta assieme ad agenti della Dia hanno confiscato beni immobili e mobili per un valore di 1,3 milioni di euro all'avvocato Raffaele Bevilacqua, in carcere perchè ritenuto rappresentante di cosa nostra a Enna, e a Filippo Milano, stretto collaboratore del presunto boss nel controllo delle attività economiche.Bevilacqua, coinvolto nell'operazione antimafia "Leopardo" negli anni Novanta, era stato arrestato nel luglio 2003 assieme a Filippo Milano per associazione mafiosa volta al controllo degli appalti, nell'ambito dell'operazione "Gransecco" ed era stato inoltre indicato dal boss Bernardo Provenzano, come referente e uomo di fiducia di cosa nostra a Enna, nei "pizzini" rinvenuti nel covo del padrino in contrada Montagna dei Cavalli a Corleone. Il provvedimento di confisca, emesso dal Tribunale di Enna, segue il sequestro degli stessi beni avvenuto tra aprile e giugno del 2005 e comprende numerosi terreni, varie abitazioni fra cui una villa con 31 vani, due imprese, nonchè numerosi automezzi.
08/08/2006
Fonte: La Sicilia
sabato, agosto 05, 2006
Incendiato un bar a Gela
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05/08/2006
Fonte: La Sicilia
53 mln di euro di beni confiscati
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28/07/2006
Fonte: La Sicilia
Tre arresti a Riesi
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28/07/2006
Fonte: La Sicilia
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