Volevo scusarmi con tutti i lettori del blog ma per problemi tecnici non ho piu' avuto la possibilita' di pubblicare notizie. Nuove notizie saranno pubblicate a partire dal 5 Agosto.
Scusandomi ancora vi auguro buone vacanze.
Saverio Fuccillo
Se pensi che la mafia possa essere in qualche modo positiva o possa aiutare la Sicilia per favore esci da questo blog!
sabato, luglio 29, 2006
venerdì, luglio 21, 2006
Anniversario Giuliano
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Fonte: La Sicilia
giovedì, luglio 20, 2006
Quando si combatte la mafia si è sempre soli...
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20/07/2006
Fonte: La Sicilia
Cuffaro contro Sky... La Rai non aiuta
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Perchè il documentario "La mafia è bianca", che stasera va in onda su Sky, non viene trasmesso anche dalla Rai? Se lo chiede Roberto Natale, segretario Usigrai, secondo cui "non e` accettabile che il servizio pubblico sia meno libero di altre emittenti e meno attento all'informazione di qualità"."Sky manderà in onda questa sera - dice Natale - , in occasione dell'anniversario della strage di via D'Amelio, l'inchiesta firmata da Stefano Maria Bianchi e Alberto Nerazzini. È una buona notizia per tutti coloro che apprezzano il giornalismo d'approfondimento: il lavoro viene trasmesso nonostante i tentativi del Presidente della Regione Sicilia di bloccarne la diffusione. Ma è una notizia che non può lasciare indifferente la Rai: non solo perchè si tratta di due autori che in Rai si sono formati e che con la Rai continuano a collaborare, ma soprattutto perchè non è accettabile che il servizio pubblico sia meno libero di altre emittenti e meno attento all'informazione di qualità. Il vertice di viale Mazzini deve far comprendere che è finita l'epoca dell'asservimento, che portò a garantire al Presidente Cuffaro una trasmissione "di riparazione". E per dirlo al pubblico in maniera chiara -. sottolinea ancora Natale - si potrebbe scegliere di mandare in onda l'inchiesta di Bianchi e Nerazzini su una delle tre reti generaliste della Rai, con tutte le opportune garanzie di contraddittorio. La qualità del servizio pubblico - conclude il segretario Usigrai - non è separabile dal coraggio e dal contenuto civile della sua programmazione".
19/07/2006
Fonte: la Sicilia
Confische nell' agrigentino
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19/07/2006
Fonte: La Sicilia
mercoledì, luglio 19, 2006
Ridotta la pena a Riina jr
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19 Luglio 2006
Fonte: La Repubblica
Scrive anche Bertinotti
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19/07/2006
Fonte: La Sicilia
Messaggio di Napolitano
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Mai come oggi - conclude Napolitano - avvertiamo che la determinazione nella lotta a tutte le mafie non può conoscere alcuna scissione dall'impegno comune per superare arretratezze e squilibri in favore di una società più giusta, più solidale, aperta ai giovani, fiduciosa nel futuro. Sono certo che questi obiettivi sono oggi più vicini e possibili".
19/07/2006
Fonte: La Sicilia
La rabbia
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19/07/2006
Fonte: La Sicilia
Borsellino e la scorta
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Per quanto riguarda le altre celebrazioni istituzionali, in mattinata il vicesindaco di Palermo Giampiero Cannella, in rappresentanza del sindaco Diego Cammarata, ha deposto in via D'Amelio una corona di fiori per ricordare la strage in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. Anche il presidente della Provincia di Palermo, Francesco Musotto, accompagnato dal picchetto d'onore, deporrà una corona di fiori in via D'Amelio. Per ricordare il giudice, quest'anno la Provincia ha fatto stampare anche un libro di fotografie dal titolo "Alla memoria...", curato da Antonino Giordano e da padre Cosimo Scordato, che sarà presentato questa sera alle 20 nella chiesa di S.Saverio, al termine di una messa solenne."Abbiamo voluto lasciare un segno tangibile di questo anniversario - ha detto Musotto - per chi ha vissuto la stagione della rabbia e dell'indignazione ma anche per tanti giovani che ne hanno solo sentito parlare. È da loro che deve trarre linfa e speranza la battaglia quotidiana contro la "culturà mafiosa". Il volume sarà distribuito gratuitamente nel corso della presentazione.Il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, affida ad un comunicato i suoi sentimenti per questa giornata particolare: "Il sacrificio di Paolo Borsellino, degli agenti Agostino Catalano, Walter Cusina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina costituisce per ogni siciliano appassionato al destino di questa terra fonte viva e permanente di testimonianza, esempio e memoria. Tutti siamo tenuti a onorare ogni giorno il sacrificio di quanti sono caduti per difendere la nostra terra da ogni forma di condizionamento mafioso - conclude Cuffaro - attraverso l'umile ma tenace assolvimento delle responsabilità cui siamo chiamati". Si mobilita anche il Comune di Messina: l'assessore alla Legalità, Clelia Fiore, ha inaugurato nella sala Giunta di Palazzo Zancla uno sportello antiracket.
19/07/2006
Fonte: La Sicilia
martedì, luglio 18, 2006
Arrestato l'altro Guttadauro
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18/07/2006
Fonte: La Sicilia
Tre arresti per usura
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17/07/2006
Fonte: La Sicilia
Auto data alle fiamme
GELA (CALTANISSETTA) - Un incendio, le cui cause sono in corso di accertamento, ha distrutto un'auto a Gela. La vettura era posteggiata in via Venezia. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e polizia. Indagini sono in corso.
17/07/2006
Fonte: La Sicilia
17/07/2006
Fonte: La Sicilia
Parla Grasso
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16/07/2006
Fonte: La Sicilia
domenica, luglio 16, 2006
Iniziative per "Via d'Amelio"
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Ad aprire il calendario delle iniziative sarà alle 21 di martedì "Legami di memoria", iniziativa organizzata, come ogni anno, dall'Arci Sicilia. La serata si aprirà con la performance "Il teatro disertore" a cura dei Cantieri sociali Hurria di Trapani e con la direzione artistica di Roberto Caruso. A seguire le testimonianze di Rita Borsellino, sorella del magistrato, Fabio Alberti, presidente dell'associazione Un ponte per... Mercoledì, per tutto il giorno, via d'Amelio diventerà luogo d'incontro e confronto. Di mattina, a partire dalle 9 con bambini e ragazzi, alle 17 con lo spettacolo "Parole e musica per non dimenticare", realizzato da un'idea di Giuseppe Cutino e con la Compagnia Ditirammu. Alle 19,30 si terrà invece la messa nella Chiesa di San Saverio all'Albergheria. E, infine, alle 20,30 nella Biblioteca comunale, l'incontro a cura dell' associazione Piera Cutino, del Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato e di Magistratura democratica. Antonio Ingroia (segretario della sezione palermitana di Md, Umberto Santino (presidente del Centro Impastato) e Rita Borsellino discutono con il giornalista Enzo D'Antona su "Società e mafia": aggiornare l'analisi per pensare nuovi strumenti di contrasto della mafia. Il dibattito sarà preceduto da una performance artistica a cura di Davide Enia accompagnato dal musicista Giulio Barocchieri. Previste anche due testimonianze su azioni concrete di contrasto al racket e all'usura a cura del Comitato Addio Pizzo e della cooperativa sociale Solidaria.
16/07/2006
Fonte: La Sicilia
sabato, luglio 15, 2006
Sciolto Consiglio comunale a Campobello di Licata
PALERMO - Il Consiglio dei ministri ha deciso lo scioglimento del consiglio comunale di Campobello di Licata (Ag) "dove sono state accertate - si legge in un comunicato di Palazzo Chigi - forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata". Gli appalti pubblici e l'attività amministrativa del Comune di Campobello di Licata sarebbero stati intrecciati con gli interessi illeciti dei boss mafiosi agrigentini. Gran parte di questi affari illegali hanno sostenuto l'atto d'accusa dei magistrati, che ha portato all'arresto del sindaco del centro della provincia di Agrigento, Calogero Gueli (Ds), finito in manette il 22 giugno scorso per concorso esterno in associazione mafiosa e scarcerato nei giorni scorsi.Secondo l'accusa il primo cittadino avrebbe assicurato l'aggiudicazione o la gestione di appalti pubblici di opere e servizi e il rilascio da parte del Comune di concessioni edilizie e assegnazioni di aree a imprese vicine o comunque riconducibili ai boss. Ad esempio l'Anaconda Costruzioni srl, che di fatto, sempre secondo i pm, è amministrata da Calogero Gueli e dai suoi figli Vladimiro Salvatore (indagato anche lui) e Fidel Leonzio. In cambio, sempre secondo i pm, i boss avrebbero garantito al sindaco "protezione e opportunità di lavoro per le ditte a lui riconducibili, nonchè un sostegno elettorale nelle elezioni comunali del 1997 e del 2002".Il prefetto di Agrigento dopo l'arresto aveva sospeso Gueli, che era già stato condannato in passato per abusivismo edilizio e rinviato a giudizio per voto di scambio, dalla carica di sindaco. Prima di allora l'attività ispettiva dei commissari prefettizi era stata portata avanti e in base alle conclusioni dei tre incaricati (un funzionario della prefettura e due ufficiali della Gdf e dei carabinieri) il prefetto aveva chiesto lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
14/07/2006
Fonte: La Sicilia
14/07/2006
Fonte: La Sicilia
giovedì, luglio 13, 2006
Omicidio Basile, Sprio torna in carcere
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13/07/2006
Fonte: La Sicilia
mercoledì, luglio 12, 2006
Incendiata pizzeria a Gela
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12/07/2006
Fonte: La Sicilia
martedì, luglio 11, 2006
Due arresti a Catania
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Le indagini sono state condotte congiuntamente dal Commissariato di Gela (luogo di provenienza dell'impresa vittima dell'estorsione) e dalla Squadra mobile di Catania. Attraverso una serie di intercettazioni, predisposte dalla Dda di Catania, gli agenti sono giunti a ricostruire la dinamica dell'estorsione. L'imprenditore avrebbe già versato 2000 euro. Al secondo appuntamento, nel quartiere di Monte Po a Catania, la polizia è intervenuta in forze subito dopo la consegna dei 500 euro. Da quanto è stato reso noto, in un primo tempo, la vittima del "pizzo" avrebbe cercato di negare l'estorsione, ma è stato posto davanti alle registrazioni in possesso della polizia.
I due avrebbero agito facendo riferimento all'appartenza ad un clan mafioso, circostanza considerata aggravante del reato. Secondo quanto rende noto la squadra mobile di Catania, i due arrestati sarebbero affiliati al clan Santapaola del quartiere di Monte Pò. Ferrini era stato condannato a due anni e due mesi di reclusione per associazione mafiosa, ed era sottoposto al regime della sorveglianza speciale in base alla normativa antimafia. Caruso ha diversi precedenti per rapina e reati contro il patrimonio in genere, ed è anche lui sorvegliato speciale.
11/07/2006
Fonte: La Sicilia
Chi era Mercadante
PALERMO - Gli inquirenti lo indicano come il "consigliori" dei boss fedeli a Bernardo Provenzano: il politico a cui le cosche si rivolgevano per agganciare esponenti istituzionali e mettere in pratica le strategia politico-affaristico di Cosa nostra. Con queste accuse è stato arrestato nel pomeriggio il deputato regionale di Forza Italia, Giovanni Mercadante, 58 anni, primario dell'Ospedale Civico di Palermo, al quale viene contestato il reato di associazione mafiosa. Secondo l'opinione dei pm il politico farebbe parte integrante di Cosa nostra.In passato la procura aveva chiesto per due volte l'archiviazione dell'indagine avviata dopo che tre collaboratori di giustizia avevano parlato di Mercadante: un medico, secondo i pentiti, al servizio dei boss corleonesi, prima di diventare un punto di riferimento dei capimafia anche come politico. Accuse che per la Procura non potevano reggere in un processo. Ma poi sono state acquisite anche le intercettazioni effettuate in un box utilizzato dal boss Nino Rotolo per riunire la cupola mafiosa e discutere delle strategie di Cosa nostra. E dai colloqui, registrati per oltre un anno, il nome di Mercadante è emerso tante volte, collegato sempre ad affari illeciti.Mercadante, sostengono gli inquirenti, sarebbe stato vicino alle cosche fin da giovane: lo zio, Tommaso Cannella, capomafia di Prizzi, è uno dei "fedelissimi" di Provenzano. Anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, sottolinea i numerosi riscontri su questo insospettabile professionista: "gli accertamenti su Mercadante partono dall'inchiesta per la ricerca di Provenzano, e in questo contesto abbiamo riscontrato che il politico è uno dei quei professionisti al servizio del "sistema Provenzano". Un consulente di cui si serve Cosa nostra per capire e adattare le cosche alle situazioni sociali e politiche del momento".Da alcune intercettazioni che riguardano le conversazioni fra il boss Nino Cinà e lo stesso Mercadante, si evince l'interesse dei capimafia collegato al mondo della Sanità, a partire dalla nomina di alcuni primari a Palermo. In particolare, secondo l'accusa, il deputato regionale avrebbe svolto un ruolo di intermediario fra i boss, l'ex ministro Gianfranco Miccichè e il deputato "azzurro" Pippo Fallica.Secondo il gip Maria Pino "il contributo dei collaboratori di giustizia, le rilevanti acquisizioni documentali e le significative risultanze delle plurime attività di intercettazione effettuate anche nell'ambito di altri procedimenti, danno piena contezza dell'organico inserimento di Mercadante nel sodalizio criminoso, e più in particolare nel novero di quelle persone che Provenzano, nell'ambito di Cosa nostra, ha eletto "cosa sua riservatà". Con specifico riguardo alla condotta dell'indagato, il gip osserva che Mercadante "ha certamente manifestato nei confronti dei compartecipi una stabile e continuativa disponibilità".In questo contesto, tornano d'attualità le dichiarazioni di tre pentiti: Nino Giuffrè, Angelo Siino e Giovanni Brusca, le cui rivelazioni costituiscono ulteriori tasselli del puzzle messo insieme dagli investigatori. L'ex capomafia di Caccamo racconta di essersi rivolto a Mercadante, su indicazione dello stesso Provenzano, per fare eseguire alcuni esami clinici al latitante agrigentino Ignazio Ribisi. Siino parla del professionista come di "uno dei più grossi favoreggiatori" del padrino di Corleone; Brusca lo definisce "persona disponibile".L'arresto del deputato regionale di Forza Italia, che sarà adesso sospeso dall'Ars per decreto, ha rinfocolato la polemica tra i partiti sui rapporti mafia-politica. Per Rita Borsellino è la conferma di "un sistema politico-mafioso consolidato". Ma il parlamentare azzurro Carlo Vizzini replica: "chi si precipita oggi a pontificare sul caso Mercadante fa finta di non comprendere che il problema riguarda tutti i partiti".
11/07/2006
Fonte: la Sicilia
11/07/2006
Fonte: la Sicilia
lunedì, luglio 10, 2006
Rinvii a giudizio a Messina
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10/07/2006
Fonte: La Sicilia
Arrestato Mercadante
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10/07/2006
Fonte: La Sicilia
Gueli rimesso in libertà
PALERMO - I giudici del tribunale del riesame hanno annullato l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell'ex deputato regionale dei Ds, Calogero Gueli, sindaco di Campobello di Licata (Agrigento). Il politico è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.Gueli è detenuto nel carcere di Livorno e nel pomeriggio è tornato in libertà. Il sindaco, difeso dall'avvocato Lillo Fiorello, era stato arrestato il 22 giugno scorso su richiesta dei pm della Dda di Palermo nell'ambito di una inchiesta su affari illeciti, in particolare appalti pubblici, avviati dai boss agrigentini in contatto con la politica.Nelle scorse settimane il difensore di Gueli aveva fatto ricorso al tribunale del riesame che adesso ha accolto l'istanza per mancanza di indizi. 10/07/2006
Fonte: La Sicilia
Fonte: La Sicilia
sabato, luglio 08, 2006
Latitante arrestato a Teramo
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08/07/2006
Fonte: La Sicilia
giovedì, luglio 06, 2006
Figlio in provetta per un boss
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Madonia si era sposato in carcere con Mariangela Di Trapani, figlia del boss Francesco, morto durante la latitanza. Le loro nozze sono state celebrate il 23 maggio 1992, giorno della strage di Capaci in cui morì il giudice Giovanni Falcone; già nel 2000 la donna ha avuto da Madonia un primo figlio. È rimasto un mistero come il boss lo abbia concepito, dato che al detenuto è preclusa la possibilità di incontri privati con i familiari.Nel 1997 un altro caso simile si era verificato con i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, capimafia di Brancaccio; anche loro durante la detenzione erano diventati papà grazie all'inseminazione artificiale. L'inchiesta avviata allora dalla procura non accertò mai le responsabilità, i sospetti furono rivolti sul loro difensore, l'avvocato Memi Salvo, che venne in seguito condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, che si riferiva ad altri fatti.
06/07/2006
Fonte: La Sicilia
Ancora passi avanti a Gela
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Lo ha segnalato al segretario generale e quindi al sindaco, che ha ordinato di richiedere al casellario giudiziale nuovi certificati penali per aggiornare i fascicoli personali di tutti i dipendenti. Intanto è stata avviata contro il dipendente l'azione di recupero delle somme indebitamente incassate. "Anche questo - ha detto il sindaco Rosario Crocetta - è il segno del cambiamento, perchè in passato, sono stati commessi errori più gravi ma nessuno si è mai accorto di nulla". Crocetta, ha puntualizzato che è stata avviata un'azione di monitoraggio e controllo "dopo la sospensione dall'elenco dei beneficiari del Reddito Minimo di Inserimento (Rmi) della moglie del boss latitante, Emmanuello, effettuata nell'aprile scorso".
04/07/2006
Fonte: La Sicilia
Operazione antimafia sui Santapaola
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L'attività di oggi - viene spiegato in un comunicato - giunge al termine di una laboriosa ed articolata fase investigativa supportata da attività tecniche, protrattasi per circa due anni. Con essa gli investigatori ritengono di aver fatto luce e di aver disarticolato una presunta organizzazione criminale affiliata al clan mafioso Santapaola. Ulteriori particolari dell' operazione saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà stamattina.
05/07/2006
Fonte: La Sicilia
Ricordato omicidio Basile
PALERMO - Ricordato stamane a Palermo il funzionario della Regione siciliana, Filippo Basile, assassinato il 5 luglio del 1999 nel capoluogo siciliano. A Basile è stata intitolata la piazzetta dove venne ucciso, dietro l'assessorato all'Agricoltura. Nel corso della cerimonia, i familiari hanno scoperto una targa predisposta dal comune. Insieme alle autorità erano presenti esponenti della Cgil ed i rappresentanti dell'Associazione per i diritti del cittadino, della Libera università della politica e dell'Associazione Solidaria. "La Cgil - dice Enza Albini, della segreteria siciliana del sindacato - è orgogliosa di ricordare un pubblico funzionario, un dirigente ma soprattutto un uomo che ci ha insegnato il coraggio di lavorare con determinazione nell'onestà e nella cultura del cambiamento fatta di formazione, informazione, di rigore, di cui Basile comprese il valore strategico per il rilancio della pubblica amministrazione".
05/07/2006
Fonte: La Sicilia
05/07/2006
Fonte: La Sicilia
mercoledì, luglio 05, 2006
Duro colpo ai Santapaola
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I tredici provvedimenti di fermo hanno raggiunto Fabio Arcidiacono, di 22 anni e Rosario Campolo, di 38 anni, entrambi di Catania ma residenti ad Aci Catena; Francesco Condorelli, di 34 anni, residente a Mascalucia; Gaetano Di Stefano, di 27 anni, residente a Gravina di Catania; Antonino Ficarra, di 22 anni, nato a Verona e residente a Mascalucia; Maurizio Fiocco, 36 anni, orignario di Catania e residente ad Aci Catena; Francesco Napoli, 30 anni di Catania; Giuseppe Portale, 35 anni, di Catania; Franco Ridolfi, 45 anni di Ostuni, in provincia di Brindisi; Antonino Salemi, di 29 anni, di Catania; Carmelo Salemi, 37 anni, di Catania; Tommaso Carmelo Sciuto, 26 anni, di Catania; Gaetano Trombino,di 29 anni, nato a Catania e residente a Gravina di Catania. Tutti sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico anche internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione di stupefacenti, porto e detenzione di armi da fuoco, violazione degli obblighi imposti dalle misure di prevenzione previste per la criminalità mafiosa.
Il fermo, disposto dai magistrati della Dda di Catania, secondo quanto reso noto nel corso di una conferenza stampa, è scattato stamane all'alba per evitare che alcuni degli indagati sfuggissero alla cattura. I provvedimenti originariamente erano diciassette ma ne sono stati eseguiti tredici perchè in quattro si sono resi irreperibili. Uno degli indagati Ridolfi è stato fermato a Brindisi, mentre Ficarra è stato catturato a Varese.
05/07/2006
Fonte: La Sicilia
Condannato finanziere residente in Sud Africa
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Vito Roberto Palazzolo per 17 anni è stato considerato latitante ma dal 2003, da quando la Cassazione ha annullato l'ordine di arresto, era sotto processo in contumacia. Le prime inchieste su Palazzolo vennero avviate negli anni Ottanta da Giovanni Falcone e sfociarono poi nell'indagine "Pizza connection". Proprio per uno stralcio di questa inchiesta, Palazzolo è ancora sotto indagine negli Stati Uniti per traffico di stupefacenti. I pm Domenico Gozzo e Gaetano Paci hanno contestato all'imputato fatti di mafia a partire dal 1992 fino ad oggi, fra questi, oltre ai rapporti economici con Bernardo Provenzano, anche alcuni contatti con il senatore Marcello Dell'Utri (Fi), al quale l'imprenditore chiedeva aiuto "per evitare problemi giudiziari", e poi con il boss Pino Lipari e con Andrea Mangiaracina.
Secondo l'accusa Palazzolo avrebbe avuto interessi economici insieme a Provenzano in una catena di supermercati in Sicilia e in passato anche in una società di assicurazione tedesca. I pm, durante la requisitoria, hanno parlato anche di alcune dichiarazioni fatte da Palazzolo all'Fbi, dalle quali emerge che in passato l'imprenditore ha avuto contatti con il medico Nino Cinà, arrestato nei giorni scorsi per mafia. Agli agenti federali l'imprenditore originario di Terrasini ha detto di aver ricevuto una lettera da Cinà, che è stato il medico di Riina, che gli chiedeva di "lavorare insieme"..
05/07/2006
Fonte: La Sicilia
martedì, luglio 04, 2006
Dopo - Grasso? Forse Messineo
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03/07/2006
Fonte: La Sicilia
Operazione "Dionisio", 38 rinvii
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Il 4 ottobre, davanti ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Catania, dovranno comparire anche l'ex sindaco di Palagonia e attuale consigliere provinciale di Fi Salvino Fagone, accusato di associazione mafiosa, e l'ex deputato regionale di An e attuale presidente della direzione regionale di Alleanza siciliana Gino Ioppolo, imputato per corruzione e coercizione elettorale. Il primo è sospettato di avere avuto rapporti con il boss Francesco La Rocca di Caltagirone; il secondo di avere chiesto voti a persone vicine alla 'famiglia' Mangion alle regionali del 2001. Entrambi si sono sempre proclamati innocenti ribadendo la loro totale estraneità ai fatti che gli sono contestati dalla Procura di Catania. Il Gup ha archiviato la posizione di due imputati: quelle di Francesco Librizzi e Giuseppe Laurino, che sono stati assolti. Domani ci sarà l'udienza davanti al Gup per 41 imputati che hanno scelto il giudizio alternativo del rito abbreviato. Altre 22 persone sono indagate nell'ambito dell'inchiesta Dionisio: la loro posizione è al vaglio della Procura che ha chiuso le indagini e sta per decidere sull'eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Le indagini dell'operazione Dionisio sono state svolte dai carabinieri del Ros di Catania e sfociarono, il 7 luglio del 2005, nell'arresto di 83 persone accusate di appartenere o di essere vicine a Cosa nostra.
04/07/2006
Fonte: La Sicilia
domenica, luglio 02, 2006
Auguri ad Addiopizzo !!!
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Gli 'attacchini', che due anni fa comparvero per la prima volta con i loro manifesti in cui invitavano i palermnitani a dire no al racket del pizzo, festeggiano il loro secondo compleanno affiggendo, questa volta, adesivi per le vie dei quartieri interessat poco piu' di una settimana fa dall'operazione antimafia 'Gotha', che la ha portato in carcere boss mafosi e gregari, tra i quali Uditore, Passo di Rigano e San Lorenzo.
''Con la convinzione che questo sia il momento migliore per continuare ad assestare colpi ad una
gia' provata Cosa Nostra - spiegano i giovani - il Comitato Addiopizzo e' sceso nuovamente per
strada la scorsa notte e lo ha fatto per divulgare il proprio messaggio anche tra i consumatori e i
commercianti delle zone rimaste da poco ''orfane'' dei loro boss di riferimento''.
Fonte: Adkronos
Arrestato membro dei Santapaola
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Nel 2003 Silverio fu arrestato nell'ambito dell'operazione denominata "Proserpina" con l' accusa di associazione mafiosa ed estorsione.
30/06/2006
Fonte: la Sicilia
Processo "cenere lavica"
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Nel processo sono imputati il sindaco Umberto Scapagnini (Fi) e otto ex assessori della sua giunta in carica nel 2005 nell'ambito dell'inchiesta sui contributi previdenziali pagati dal Comune ai propri dipendenti per i danni da cenere lavica tre giorni prima del voto amministrativo nel capoluogo etneo. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono abuso d'ufficio e violazione della legge elettorale. Oggi i giudici hanno sentito due funzionari della Digos, Ferdinando Guarino, e Giovanni Tangorra.
Nella prossima udienza saranno ascoltati l'ex assessore Nino D'Asero, il segretario generale del Comune Armando Giacalone ed il ragioniere capo del Comune Giuseppe Giacalone. Oltre all'allora sindaco, poi riconfermato, Umberto Scapagnini, sono imputati anche otto degli ex assessori che componevano la sua giunta di centrodestra: Nino Strano, Fabio Fatuzzo, Orazio D'Antoni, Angelo Rosano, Antonino Nicotra, Filippo Grasso, Ignazio De Mauro e Rosario D'Agata. Al centro dell'inchiesta ci sono due delibere comunali per la restituzione dei contributi previdenziali il cui prelievo doveva essere sospeso durante l'emergenza cenere lavica, creata da una fase eruttiva dell' Etna. Per questo i circa quattromila dipendenti comunali avrebbero ricevuto in busta paga una somma compresa tra i 300 e i 1000 euro, che dovranno restituire senza interessi in 11 anni al loro ente previdenziale.
30/06/2006
Fonte: La Sicilia
Dell' Utri all'ultima spiaggia...
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Lo stesso Berlusconi, all'epoca Presidente del Consiglio dei Ministri, aveva comunicato la sua decisione al tribunale che si era recato a Palazzo Chigi per raccogliere la sua testimonianza. Dell'Utri è presente in aula nell'udienza che si è aperta con la relazione del giudice a latere Salvatore Barresi.
Rispetto al processo di primo grado è molto cambiata la composizione del collegio difensivo che ora comprende Nino Mormino, deputato siciliano di Forza Italia, Alessandro Sammarco, legale di Cesare Previti, e Pietro Federico. Unico confermato della vecchia "squadra", come l'ha chiamata Dell'Utri, l'avvocato Giuseppe Di Peri. La difesa si accinge a chiedere la riapertura dell'istruzione dibattimentale, nell'ambito della quale chiede di sentire Berlusconi, perchè è convinta che l'intero impianto accusatorio del processo, come ha dichiarato l'avvocato Sammarco, si basi su una "costruzione virtuale". Di prove, ha spiegato, non c'è nemmeno l'ombra mentre per Dell'Utri l'accusa è soltanto "politica".
I temi sui quali in appello sarà chiesto un approfondimento specifico riguardano gli attentati alla Standa di Catania, la collocazione dei ripetitori di Canale 5 in Sicilia all'inizio degli anni '80, l'assunzione di Vittorio Mangano nella villa di Arcore.
"Nel processo d'appello mi aspetto che si faccia giustizia e che il giudizio sia meno pesante di quello di primo grado". Ai giornalisti che lo hanno avvicinato fuori dall'aula il parlamentare di Forza Italia è apparso sereno e sorridente. "Mi chiedete come affronto il processo? Non ho - ha detto - tic nervosi e dormo benissimo". Oltre ad aspettarsi un giudizio meno "pesante", l'esponente di Forza Italia ha sottolineato di non avere neppure letto la sentenza di primi grado che ha definito "una sentenza politica". Non l'ha letta, ha aggiunto perchè non prova "piacere a leggere le accuse che mi riguardano". Alla domanda se la citazione di Berlusconi segnali un cambio della strategia difensiva ha detto "ma è un teste come un altro. È una richiesta che a me sembra normale. Non so se si avvarrà della facoltà di non rispondere, come ha fatto in primo grado. Sarà lui a deciderlo".
Dopo avere definito una "pura e santa invenzione" l'ipotesi di un suo rapporto con il faccendiere della mafia Vito Roberto Palazzolo, Dell'Utri ha detto che stavolta non commetterà gli errori del processo di primo grado. Dell'Utri considera un "errore" fare dichiarazioni spontanee alla corte. "Mi sono pentito - ha spiegato - di tutte le dichiarazioni spontanee fatte in tribunale. Non servono a nulla, non ti stanno a sentire e anzi aggravano la posizione dell'imputato. Potrebbero toglierle dalle procedure processuali". Sul cambio del collegio difensivo, Dell'Utri ha detto che "è un altro campionato: si cambia squadra anche se qualche giocatore resta". Infine, il parlamentare ha affermato che intende partecipare a tutte le udienze e che si darà interrogare.
30/06/2006
Fonte: La Sicilia
Ricercato si costituisce
PALERMO - Si è costituito ieri sera alla Squadra mobile di Palermo Francesco Picone, 66 anni, destinatario di uno dei 52 provvedimenti restrittivi emessi nei giorni passati dalla Dda di Palermo per associazione mafiosa. Picone era sfuggito al blitz che ha portato all'esecuzione da parte della Polizia di Stato di 45 arresti di presunti appartenenti a mandamenti e famiglie palermitane di Cosa Nostra e che ha assestato un duro colpo all'organizzazione criminale.
Nell'ambito dell'indagine che si è avvalsa di intercettazioni ambientali e della decifrazione dei noti pizzini del boss Provenzano, è emerso che Picone avrebbe retto le sorti della famiglia della Noce.
30/06/2006
Fonte: La Sicilia
Nell'ambito dell'indagine che si è avvalsa di intercettazioni ambientali e della decifrazione dei noti pizzini del boss Provenzano, è emerso che Picone avrebbe retto le sorti della famiglia della Noce.
30/06/2006
Fonte: La Sicilia
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