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I prestanome del boss sono stati iscritti nel registro degli indagati. Sono state poste sotto sequestro, tra l'altro, tre imprese edili, una gioielleria, appezzamenti di terreno in un'area soggetta ad urbanizzazione, tre ville nel quartiere Uditore, due fabbricati in corso di ristrutturazione in una zona centrale di Palermo, una palazzina nel centro storico ed un manufatto di grandi dimensioni, nel rione Villa Tasca, adibito al gioco del Bingo, nonchè i conti correnti degli indagati e delle imprese interessate ed i beni mobili di queste ultime per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro.
Per il questore Giuseppe Caruso si è trattato di «un colpo duro e forte ai danni dei boss e dei loro patrimoni. Ritengo che sia un colpo molto più forte, paradossalmente, rispetto ad un arresto. Un mafioso avverte con maggiore pesantezza un'aggressione ai beni patrimoniali illecitamente acquisiti piuttosto che una permanenza in carcere».
Il Presidente della Commissione Parlamentare nazionale antimafia, Francesco Forgione, ha detto che «l'operazione della polizia mette in luce la forza di una mafia che proprio con l'operazione Gotha ha dimostrato di essere già entrata in una fase nuova, finanziaria ed imprenditoriale, rispetto a quella che abbiamo conosciuto con i corleonesi. Per il vicepresidente dell'Antimafia, Giuseppe Lumia, «il sequestro dei beni mafiosi si conferma uno strumento fondamentale nella lotta a Cosa nostra».
Fonte: La Sicilia
1 commento:
Che fine hai fatto?L'esame?
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