PALERMO - C'è un nuovo indagato nell'inchiesta, riaperta dalla Procura di Caltanissetta due anni fa, sul fallito attentato dell'Addaura al giudice
Giovanni Falcone. I pm hanno notificato un avviso di garanzia, per concorso in strage, al boss palermitano
Salvino Madonia. Il capomafia avrebbe piazzato la bomba che avrebbe dovuto uccidere
Falcone e i magistrati svizzeri Carla Del Ponte e Claudio Lehman il 21 giugno del 1989. La notizia è stata confermata in ambienti giudiziari. L'avviso, atto necessario quando si deve compiere un atto a cui deve assistere il legale dell'indagato, è motivato dall'esigenza di fare accertamenti tecnici irripetibili sulla muta da sub che fu utilizzata dall'uomo che lasciò, sugli scogli della borgata marinara in cui il giudice aveva affittato una villa, la borsa contenente 53 candelotti di dinamite. L'esplosivo fu scoperto dagli uomini della scorta di Falcone. Madonia sarà sottoposto all'esame del Dna per accertare l'eventuale coincidenza del suo profilo genetico con quello che si potrebbe ricavare da reperti organici ancora presenti sulla muta. Per il fallito attentato dell'Addaura erano già stati condannati il fratello del boss,
Antonino Madonia, Salvatore Biondino e Totò Riina. A parlare di un coinvolgimento di Madonia nell'attentato sarebbe stato il pentito
Angelo Fontana che, con le sue dichiarazioni, ha dato diversi input alla nuova indagine.
18/12/2009
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