Il procuratore aggiunto, Alfredo Morvillo, riferendosi ad un alcuni articoli di stampa, ha dichiarato che non esiste alcun manoscritto con i nomi di imprenditori palermitani aderenti all’associazione “Addiopizzo”, fra le carte sequestrate al boss Salvatore Lo Piccolo. L’unica cosa vera - ha continuato - è la presenza di un ritaglio di giornale, che riporta un articolo che parla solo in termini generici di “Addiopizzo”. Ci sono anche i nomi di venti imprenditori palermitani iscritti ad 'Addiopizzo', il comitato che ha sfidato Cosa nostra incitando i commercianti a ribellarsi al racket delle estorsioni, tra i "pizzini" rinvenuti dagli investigatori nella villa di Giardinello dove sono stati stati catturati i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Sotto la scritta Addiopizzo, nel documento ci sono i nomi degli imprenditori "ribelli", messi nero su bianco probabilmente da Sandro Lo Piccolo. Non è escluso che i boss mafiosi volessero punirli per avere aderito pubblicamente al Comitato, in origine costituito da un gruppo di giovani, e col tempo diventato un movimento d'opinione, che riempirono la città di adesivi contro il pizzo perché chi lo paga "è un popolo senza dignità". Proprio dall'esperienza di Addiopizzo è nata a Palermo la prima associazione antiracket costituita dagli imprenditori, su impulso del presidente onorario della Fai Tano Grasso: si chiama Libero Futuro-associazione antiracket Libero Grassi e sarà presentata domani, alla presenza del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, dei sottosegretari agli Interni Ettore Rosato e Alessandro Pajno, del presidente della commissione Antimafia Francesco Forgione e di numerosi imprenditori provenienti da ogni parte della Sicilia.
Fonte: A Marsala
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