CATANIA - Il presidente della Terza Sezione penale del Tribunale di Catania, Michele Fichera, ha rigettato la lista dei testi eccellenti che erano stati citati a difesa dagli avvocati dell'ex Giunta comunale di Catania nel processo "Cenere lavica". Tra questi vi erano l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, il comandante dei carabinieri, generale Luciano Gottardo, e tutti i parlamentari catanesi della scorsa legislatura a Montecitorio e Palazzo Madama.
Nel processo sono imputati il sindaco Umberto Scapagnini (Fi) e otto ex assessori della sua giunta in carica nel 2005 nell'ambito dell'inchiesta sui contributi previdenziali pagati dal Comune ai propri dipendenti per i danni da cenere lavica tre giorni prima del voto amministrativo nel capoluogo etneo. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono abuso d'ufficio e violazione della legge elettorale. Oggi i giudici hanno sentito due funzionari della Digos, Ferdinando Guarino, e Giovanni Tangorra.
Nella prossima udienza saranno ascoltati l'ex assessore Nino D'Asero, il segretario generale del Comune Armando Giacalone ed il ragioniere capo del Comune Giuseppe Giacalone. Oltre all'allora sindaco, poi riconfermato, Umberto Scapagnini, sono imputati anche otto degli ex assessori che componevano la sua giunta di centrodestra: Nino Strano, Fabio Fatuzzo, Orazio D'Antoni, Angelo Rosano, Antonino Nicotra, Filippo Grasso, Ignazio De Mauro e Rosario D'Agata. Al centro dell'inchiesta ci sono due delibere comunali per la restituzione dei contributi previdenziali il cui prelievo doveva essere sospeso durante l'emergenza cenere lavica, creata da una fase eruttiva dell' Etna. Per questo i circa quattromila dipendenti comunali avrebbero ricevuto in busta paga una somma compresa tra i 300 e i 1000 euro, che dovranno restituire senza interessi in 11 anni al loro ente previdenziale.
30/06/2006
Fonte: La Sicilia
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