PALERMO - Il
boss Domenico Raccuglia, arrestato oggi dalla squadra mobile di Palermo a Calatafimi (Trapani) è nato il 27 ottobre 1964 ed è ricercato dal 1996 per omicidi, mafia, rapina, estorsione. È stato condannato a tre ergastoli, tra cui quello del piccolo
Giuseppe Di Matteo, figlio del
pentito Santino, rapito per far ritrattare il padre e poi strangolato e sciolto nell'acido. Il nome di Raccuglia e la sua foto sbiadita, scattata parecchi anni fa, sono inseriti nell'elenco dei 25 latitanti di "massima pericolosità" che fanno parte del programma speciale di ricerca" del ministero dell' Interno.In meno di 20 anni il mafioso è riuscito a salire i gradini della scala gerarchica di Cosa nostra allargando il suo potere da Altofonte fino a Partinico passando per San Giuseppe Jato, il feudo del suo padrino
Giovani Brusca. Soprannominato il "veterinario", per la sua passione per gli animali, o il "dottore" Raccuglia potrebbe essere la cerniera di collegamento per Cosa nostra di quel vasto territorio che da Palermo arriva a Trapani. Il suo arresto a Calatafimi, territorio del latitante numero uno di Cosa nostra,
Matteo Messina Denaro, darà certamente il via a nuove ipotesi investigative sulle spartizioni territoriali della mafia. Ricercatissimo da polizia e carabinieri che seguivano anche i suoi familiari (
un fratello, Salvatore, è stato condannato per mafia) Raccuglia è riuscito a sfuggire alla cattura nonostante, ad esempio, i magistrati sapessero che da oltre dieci anni, agli inizi di giugno, in genere tre giorni dopo la chiusura delle scuole, la moglie partisse da Altofonte per andare a trascorrere le vacanze estive col marito latitante. Nonostante i servizi di osservazione potenziati la donna è riuscita sempre a sfuggire agli investigatori: tornava nel suo paese a settembre, poco prima che i figli, una ragazza e un bambino, tornassero a scuola. Poco più di un mese fa il pm della
Dda Francesco Del Bene ha emesso l'avviso di conclusione delle indagini nei confronti di Raccuglia che sarebbe, secondo gli inquirenti, il mandante dell'uccisione del mafioso di Altofonte
Pietro Romeo, eliminato col metodo della lupara bianca il 13 marzo '97. Le accuse e i processi per il mafioso arrestato oggi pomeriggio non sono quindi terminati.
15/11/2009
Fonte: La Sicilia
PALERMO - "Per anni
Domenico Raccuglia ha macchiato negativamente l'immagine di Altofonte e dell'intera provincia palermitana. Oggi è un giorno di festa per tutti i mie concittadini ed i siciliani onesti che rifiutano la violenza e la sopraffazione, armi con cui la mafia ha umiliato la civiltà della nostra terra". Sono le le parole di
Vincenzo Di Girolamo, sindaco di Altofonte, a cui si aggiunge il commento di presidente del Consorzio sviluppo e legalità e sindaco di San Cipirello,
Antonino Giammalva: "Un plauso alle forze dell'ordine per l'ennesimo successo. Giornate come questa ci confermano che un altro mondo è possibile. Anzi, è reale".
Fonte: La Sicilia
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