MILANO - Sandro e Salvatore Lo Piccolo, con altri due presunti affiliati del loro clan, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio, davanti al gip di Milano Guido Salvini, nel carcere di Opera. I quattro hanno sostenuto l'interrogatorio di garanzia in riferimento a tre misure cautelari emesse nei loro confronti per il possesso di armi, per alcune estorsioni messe a segno nei confronti di alcuni commercianti palermitani e per la scomparsa, attribuita alla lupara bianca, di Giovanni Bianco, un capo mandamento misteriosamente uscito di scena nel gennaio 2006. Lo Piccolo è stato interrogato su rogatoria della magistratura di Palermo. Domani mattina, per la prima volta, padre e figlio detenuti al regime del 41 bis potrebbero essere collegati in videoconferenza per un'udienza riguardante mafia ed estorsioni. Alla sbarra ci sono una ventina di componenti del clan San Lorenzo. E tra le carte sequestrate ai due boss ci sarebbe un riferimento al capomafia di Altofonte Domenico Raccuglia, latitante. Il 'pizzino' in questione a un primo esame appare scritto da Salvatore Lo Piccolo. Secondo gli inquirenti che stanno analizzando la documentazione posta sotto sequestro, 'Mimmo' sarebbe proprio Raccuglia, il boss di Altofonte latitante da tredici anni, al quale proprio ieri è stata inflitta una condanna a 20 anni di reclusione per il tentato omicidio di Michelangelo Camarda. Nel pizzino Lo Piccolo parla di un appalto da gestire nella provincia palermitana, e stabilisce la percentuale che spetta a 'Mimmo'. La lettura del documento sembrerebbe provare l'esistenza di rapporti d'affari tra i due capimafia, che si sarebbero avvicinati nell'ultimo periodo, quello successivo all'arresto del boss Bernardo Provenzano. Il boss di Altofonte viene indicato come un 'emergente'. Ex 'delfino' di Giovanni Brusca, ha già sulle spalle tre condanne all'ergastolo, di cui una gli è stata inflitta per l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo. Dopo l'arresto dei Lo Piccolo, scattato la settimana scorsa, per Raccuglia potrebbero aprirsi nuovi spazi egemonici nell'ambito di Cosa nostra.
14/11/2007
Fonte: La Sicilia
Nessun commento:
Posta un commento